La sudcoreana regina degli 8mila
L'alpinista sudcoreana è la prima donna al mondo, come Messner
KATMANDU - Ha percorso a gattoni gli ultimi metri che la separavano dalla vetta dell'Annapurna, poi si è alzata, ha sventolato la bandiera e, singhiozzando, ha aperto le braccia gridando: «Vittoria». Così Oh Eun-Sun è entrata nella leggenda. Stamane l'alpinista sudcoreana, 44 anni, è diventata la prima donna a calcare la vetta di tutti e 14 gli Ottomila della Terra. La sua impresa, resa possibile da un massiccio spiegamento di risorse umane e logistiche, è stata ritrasmessa in diretta dalla televisione sudcoreana KBS.
Si conclude così anche la gara d'alta quota tra Miss Oh e la sua diretta rivale, la basca Edurne Pasaban, in questo ore impegnata nell'ascensione allo Shisha Pangma, il suo 14esimo Ottomila. L'impresa compiuta oggi da Oh Eun-Sun riuscì in campo maschile nel 1986 all'alpinista altoatesino Reinhold Messner.
L'alpinista sudcoreana è partita all'1.45 di questa mattina (ora locale) e ha superato quota 7.800 alle 7.15, sempre ora locale. Ha raggiunto la vetta della «Dea dell'abbondanza» (a quota 8.098 metri), considerato uno degli Ottomila più pericolosi della catena himalayana, poco dopo le tre del pomeriggio, dopo 13 ore di scalata. La salita si è svolta in condizioni meteo migliori delle previsioni: ieri i fortissimi venti avevano costretto la sudcoreana a fermarsi un giorno in più al Campo 3; gli stessi venti che l'avevano obbligata l'anno scorso a fermarsi a poche centinaia di metri dalla cima.
Miss Oh ha raggiunto la vetta del K2 e dell'Everest con l'ausilio dell'ossigeno. Si nutrono dubbi sulla sua salita del Kanchenjunga, la terza vetta più alta del mondo. Il 16 aprile scorso la vetta dell'Annapurna era stata calcata da Edurne Pasaban, che con quella cima aveva raggiunto quota 13 Ottomila. L'alpinista 37enne basca si trova adesso sullo Shisha Pangma (8.027 metri), suo ultimo obiettivo.
Da questa corsa al fotofinish, scandita da cronometri e spedizioni pesanti e fortemente mediatizzate, si è tirata fuori l'italiana Nives Meroi, che di Ottomila ne aveva saliti ben 12, tutti rigorosamente senza ossigeno e tutti in compagnia del marito, Romano Benet. Troppo tardi ormai anche per un'altra grande protagonista, l'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner, sempre con 12 Ottomila, che senza dare troppo nell'occhio, sta tentando in questi giorni l'Everest da Nord.