Come faccio a capire se mio figlio è daltonico? I sintomi e la diagnosi di daltonismo
Il dottor Luigi Fusi a Diario Salute TV: «È una malattia genetica, non provoca danni nella qualità della visione ma si assiste a una minor capacità di percezione dei colori»
Come si fa a capire se il proprio figlio è daltonico? Molte volte lo posso capire perché, essendo generalmente il daltonismo una patologia genetica e familiare, posso sapere se qualche antenato maschio non distingueva bene i colori, era anche lui daltonico – spiega il dottor Luigi Fusi medico chirurgo specializzato in oculistica. In realtà, però, le diverse forme di daltonismo possono non essere così chiare o così marcate.
Il problema non è solo il rosso o il blu
«Non bisogna pensare che chi è daltonico per forza non riconosca i colori fondamentali, ovvero il rosso, il verde e il blu in un modo assoluto. I problemi nascono molte volte a seconda del non riconoscimento di ciò che noi chiamiamo assi di saturazione. Ovvero le varie sfumature di colore. L’argomento è stato già molto studiato e dibattuto da molti anni», continua il dottor Fusi.
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Il dottor Luigi Fusi a Diario Salute TV: «Bere acqua in abbondanza, integrare acidi grassi essenziali e utilizzare l’estratto di quercitina sono elementi fondamentali per mantenere l’equilibrio dell’occhio».
Le tavole di Ishihara
«Esistono molti strumenti per la diagnosi, in particolare delle tavole inventate e realizzate da un medico giapponese: Ishihara. Lui aveva creato delle tavole con dei colori complementari e con dei numeri giocando con dei pallini colorati. Chi aveva un certo tipo di problema identificava alcuni numeri in maniera errata. Per esempio un 6 lo vedeva come uno zero o un 9 non lo vedeva affatto. Quindi dalla lettura che veniva, così, presentato all’interessato il medico era in grado di capire qual era l’asse di alterazione del colore».
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È importante seguire campagne di prevenzione, monitorando frequentemente la pressione oculare, specie dopo i quarant’anni. Chi ha un rialzo più o meno lieve dovrebbe essere seguito immediatamente da uno specialista.
Le nuove tecnologie
«Le attività sono migliorate ulteriormente con degli schermi elettronici che ci permettono di capire molto più dettagliatamente se è offeso un asse colorato verso il rosso, verso il verde eccetera, nella vita quotidiana. Ma se mio figlio – ripeto, generalmente nel 90 e passa percento dei casi è maschio – confonde i colori magari il rosso con alcune tonalità di blu oppure fa degli accostamenti particolari si può cominciare ad avere qualche sospetto. Sono persone fantastiche nella vita di tutti i giorni possono anche fare attività artistica. Siamo ricchi di pittori che avevano il daltonismo e sono stati premiati da chi non è daltonico per la loro creatività o capacità di accostamento dei colori. Si conduce una vita assolutamente normale però c’è una deficienza di tipo di colore. È una malattia genetica, non provoca danni nella qualità della visione ma si tratta solo di una minor capacità di percezione di colori», conclude il dottor Fusi.