19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Il parere dello psicologo

Conflitti tra genitori e figli: ecco come sopravvivere

Lo psicologo a Diario Salute TV: «Ritrovare l'equilibrio si può ma è necessario individuare il NOI all’interno del ruolo genitoriale».

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Chi ha avuto la fortuna di avere almeno un figlio sa bene che l’essere genitore è forse uno dei «mestieri» più difficili che esistano al mondo. Per imparare non si va a scuola, non si prendono voti e nessuno ci offre una laurea o un premio se siamo stati bravi. Ma quale padre o madre obiettiva può considerarsi realmente brava nel gestire un conflitto con i propri figli? Peggio ancora se si tratta di un adolescente. La bacchetta magica non ce la dà nessuno. Quello che però possiamo avere è uno strumento che funge da guida, da faro… che illumina la lunga e tortuosa strada della condivisione della propria vita insieme a un’altra che sta crescendo. A offrire tale strumento è Maurizio Crivellaro, psicologo e psicoterapeuta di Torino che ha rilasciato un’intervista a Diario Salute Tv.

Raggiungere l’equilibrio si può
«Affinché si riesca a raggiungere un equilibrio nel rapporto genitori/figli – spiega lo psicologo Maurizio Crivellaro a Diario Salute TV – è necessario che i genitori seguano l’indirizzo della linea comune. Ovvero individuare all’interno del ruolo genitoriale il «noi» che aiuterà a seguire un atteggiamento normativo/affettivo nei confronti dei figli. Normativo nel senso di insegnare loro la responsabilità e il rispetto delle regole affinché nel tempo acquisiscano i limiti propri e altrui. L’aspetto affettivo è relativo alla necessità di far sentire i figli amati e sicuri anche di fronte a eventuali errori nella vita».

I nostri figli non ci appartengono
Per quanto si cerchi sempre di dare il massimo alle persone che abbiamo messo al mondo, di circondarle di amore e buoni propositi, ogni «piccolo uomo» è un individuo a sé e come tale va trattato. Noi genitori non dobbiamo permettere che i nostri figli perdano la loro individualità per seguire i nostri concetti e il nostro credo. Una volta che abbiamo posato i semi dobbiamo lasciare che crescano e fioriscano come vuole la natura, non come vogliamo noi. Solo così potranno dare il meglio di loro stessi. Concludiamo questo articolo con un brano di Khalil Gibran – poeta e filosofo della fine del 1800 – che sicuramente aprirà il cuore e la mente di molti genitori.

«I vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suoi vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane. Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura le frecce che volano e l'arco che rimane saldo».