29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Sanità in E-R

In Emilia Romagna al via gli screening della funzione visiva per tutti i bambini

Impulso al test del 'riflesso rosso' per scovare i possibili problemi di vista, anche congeniti e nascosti

Visita oculistica
Visita oculistica Foto: vchal | shutterstock.com Shutterstock

EMILIA-ROMAGNA – La vista è importante, e va salvaguardata fin dall’infanzia. Per questo, c’è un semplice test in grado di individuare precocemente e in modo semplice e non invasivo alcune patologie oculari, come la cataratta congenita e il glaucoma congenito. E, proprio per l’importanza che riveste per la tutela della salute del bambino, la Regione punta a raggiungere entro il 2018 la copertura del 100% dello screening sui neonati, sulla base di Linee guida a cui le Aziende sanitarie dovranno attenersi, in linea con il Piano Regionale della Prevenzione 2015-2018.

L’esame della vista
L’esame su cui la Giunta regionale ha puntato la propria attenzione è il test del riflesso rosso, utilizzato come screening visivo ed eseguito dal neonatologo o dal pediatra ospedaliero prima della dimissione del neonato dal Punto nascita. Tecnicamente, la luce dell’oftalmoscopio viene proiettata negli occhi del bambino: se entrambi gli occhi riflettono la luce rossa, si può escludere la presenza di alcune patologie importanti. Dopo il primo esame, il test deve essere successivamente ripetuto dal Pediatra di libera scelta, nell’ambito della valutazione complessiva di salute del bambino, entro il primo anno di vita. Il riscontro di anomalie nel riflesso (test positivo), comporta l’attivazione di una valutazione oculistica, per completare l’inquadramento diagnostico e definire l’adeguato iter terapeutico.

Individuare i possibili problemi
«Il test del riflesso rosso entro il primo anno di vita – spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi – grazie a un precoce riconoscimento di anomalie della funzione visiva, consente l’attivazione tempestiva di un percorso diagnostico-terapeutico nell’ambito di patologie che, se non adeguatamente riconosciute e trattate, possono compromettere lo sviluppo delle future capacità sociali, linguistiche e cognitive del bambino. Sulla prevenzione, che è una priorità delle politiche per la salute di questa Giunta, abbiamo fatto molto e molto ancora faremo. La diagnosi precoce – chiude l’assessore – assieme a una valutazione appropriata e a interventi adeguati, possono fare la differenza».

Le raccomandazioni cliniche
Le Linee guida, tecnicamente ‘Test di screening della funzione visiva in epoca neonatale’, danno raccomandazioni cliniche e organizzative per le Strutture sanitarie di tutta l’Emilia-Romagna, finalizzate alla definizione di percorsi strutturati e omogenei di presa in carico dei piccoli pazienti risultati positivi al test, grazie a una stretta collaborazione multiprofessionale tra neonatologi, pediatri, oculisti del servizio sanitario nazionale, e attraverso una forte integrazione tra specialisti ospedalieri e territoriali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (periodo 2014-2019) in tutto il mondo sono 285 milioni le persone con deficit visivo grave. Di queste, 18,9 milioni sono bambini (17,5 milioni ipovedenti e 1,4 milioni non vedenti). Il 4% del totale dei casi di cecità è attribuibile ad una condizione che si manifesta in età infantile.

La situazione in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna, secondo i dati estratti dalle Schede di dimissione ospedaliera – lo strumento per la raccolta delle informazioni relative a ogni paziente dimesso dagli ospedali pubblici e privati della regione – tra il 2006 e il 2017, sono stati 305 i bambini residenti risultati affetti da cataratta congenita. Di questi, 273 sono stati sottoposti a intervento chirurgico (206 in strutture pubbliche, 2 in strutture private della regione, 65 in strutture extra regione).