13 ottobre 2025
Aggiornato 13:30
Radiografie e tac in eccesso dal dentista

Dentisti: troppi raggi X spesso inutili, aumentano il rischio di tumori

I dentisti della SIdP a congresso a Rimini lanciano l'allarme Raggi X: se ne fatto troppi e inutili e possono aumentare il rischio di cancro

Panoramica dentale
Panoramica dentale Foto: Romaset | shutterstock.com Shutterstock

RIMINI – Dal dentista si fanno troppe ortopanoramiche, radiografie, o anche Tac e altri esami che utilizzano le radiazioni. Spesso questi esami sono inutili, e secondo i gli stessi dentisti, aumentano in modo inutile il rischio di tumori e cancro, derivanti da un'eccessiva esposizione alle radiazioni dannose. Questo l'allarme lanciato dagli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) riunitasi in occasione del XX Congresso Nazionale tenutosi a Rimini.

Utilizzare i raggi X con cautela
Gli esperti della SIdP invitano «a utilizzarli con cautela», i raggi X spesso utilizzati per verificare la presenza di carie o anche per valutare come preparare un impianto dentale. Tutti questi, «rappresentano uno strumento importante per la salute della bocca – spiega il presidente SIdP Mario Aimetti – ma il nostro obiettivo è richiamare a un utilizzo appropriato, limitato ai casi in cui è necessario e sempre scegliendo il test meno 'pesante' dal punto di vista dell'esposizione a radiazioni».

Si rischiano malattie alla tiroide o tumori
Un'eccessiva e inappropriata esposizione alle radiazioni, oggi si sa, può essere nociva. Peggio poi se si poteva evitare. Su questo tema è d'accordo anche il dottor Luca Landi, presidente eletto SIdP, il quale sottolinea che «può aumentare il rischio di malattie alla tiroide o di alcuni tumori».

Non necessarie e diverse
Una 'semplice' radiografia, per esempio, è molto diversa da un Tac. Quest'ultimo tipo di esame, infatti, ci fa assorbire in una sola volta radiazioni pari a centinaia di radiografie, per cui è consigliabile evitarlo laddove possibile – o comunque limitarlo. Il problema maggiore è che a volte si fanno questi esami anche se non ce ne sarebbe bisogno. Tenendo anche conto che siamo già naturalmente esposti a radiazioni che derivano da fonti naturali come per esempio il gas radon, una sola Tac ci espone a quella che è la metà della dose che assorbiremmo in un anno dall'ambiente. Solo che spesso i professionisti, un po' per scrupolo e un po' per avere maggiori informazioni sottopongono i pazienti a questi esami quando magari non sarebbe così strettamente necessario.

Prendere le dovute precauzioni
Forse non tutti sanno che in materia di radiazioni e di protezione da esse in ambito lavorativo e medico esistono dei parametri ben definiti e una Direttiva europea, chiamata Euratom, che l'Italia non ha ancora recepito anche se la scadenza era fissata per il 6 febbraio scorso. Per questo motivo, e non solo, sarebbe d'obbligo prendere le necessarie precauzioni – compreso l'abuso. «Oltre a impiegare protezioni per le aree sensibili durante il test, come il collare o il camice piomba – precisa il dottor Landi – è importante anche ridurre al minimo l'area analizzata: un esame radiografico su tutto il cranio triplica la dose di raggi rispetto a un esame limitato a metà bocca, e per esempio in un bambino equivarrebbe a un'esposizione pari a quella che avremmo in dieci anni di radiazioni naturali».

Meglio le mini-radiografie
Dovendo scegliere, quando si debba in ogni caso ricorrere ai raggi X in ambito dentistico, sarebbe meglio optare per le cosiddette mini-radiografie, lastre che si limitano a 'fotografare' l'interno della bocca. Queste, fa notare il dottor Aimetti, «sono un ottimo test di screening di base e che comporta un'esposizione ai raggi molto bassa: la radiazione naturale di fondo a cui siamo esposti è di 8 microsievert al giorno, con quattro mini-rx endorali la dose aggiuntiva è di appena 5. Anche la ortopanoramica è abbastanza contenuta, mentre con la TAC può arrivare fino a 1.000-1.400 microsievert». Quando si va dal dentista, è bene dunque domandare prima se quella radiografia o Tac sia davvero indispensabile.