25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
I dati allarmanti dell’Oms sull’obesità

Obesità materna e in gravidanza, un serio pericolo per mamma e bambino

Secondo gli esperti e l'OMS l’obesità materna costituisce un problema di salute globale ed è associato a esiti avversi sia per le donne in gravidanza che per i neonati

Obesità in gravidanza
Obesità in gravidanza Foto: NAR studio | shutterstock.com Shutterstock

ROMA – L'obesità dilaga nel mondo occidentale, e ormai anche in diversi Paesi un tempo caratterizzati per la scarsità di cibo e risorse. Per questo e altri motivi, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato i dati allarmanti riguardo quella che è ormai ufficialmente identificata come un’epidemia globale, considerata come uno dei più grandi problemi di salute del XXI secolo.

Dati allarmanti
I recenti dati dell’OMS sono allarmanti: dal 1975 la prevalenza a livello mondiale dell’obesità è quasi triplicata e si è attestata al 13%, con un valore assoluto di 650 milioni di individui obesi al di sopra dei 18 anni; 41 milioni i bambini al di sotto dei 5 anni in sovrappeso o obesi; più di 340 milioni i bambini e gli adolescenti tra i 5 e i 19 anni che convivono con l’obesità.

Un impatto significativo fin dal concepimento
L’obesità può impattare sull’individuo fin dal suo concepimento: molto frequenti, infatti, i casi di donne incinte obese a causa di una pregressa obesità o di un eccessivo aumento di peso durante la gestazione. «L’obesità materna – spiega la dott.ssa Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma – costituisce un serio problema che si associa a esiti avversi sia materni sia perinatali: aumenta, infatti, i tassi di aborto e le complicanze ostetriche e neonatali con conseguente riduzione del tasso di nascita di bambini in buona salute[1]. Oltre alle conseguenze negative per la madre – prosegue l'esperta – l’obesità rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza di malattie croniche durante la vita della prole, soprattutto in adolescenza ed età adulta, come le malattie cardiovascolari, la sindrome metabolica, il diabete di tipo 2, l’osteoporosi, il cancro e ritardo nel neurosviluppo[1]. Infine, la programmazione fetale della funzione metabolica indotta dall’obesità può avere effetto intergenerazionale e potrebbe, quindi, tramandare l’obesità nella generazione successiva[1]».

Gli interventi per porvi rimedio
Da tutto questo risulta perciò essenziale prevedere interventi medici, modifiche del comportamento alimentare e dello stile di vita con diete e aumento dell’esercizio fisico per ridurre il peso nelle donne prima del concepimento di un bambino e per rompere il circolo vizioso dell’obesità intergenerazionale. Inoltre, sarebbe auspicabile che la ricerca scientifica si concentrasse sul periodo di sviluppo perinatale per individuare gli interventi adeguati che possono ridurre gli effetti per tutta la vita dell’obesità sulla salute della prole.

[1] Daniela Galliano and José Bellver, 'Female obesity: short- and long-term consequences on the offspring', Ginecological Endocrinology 2013