15 settembre 2025
Aggiornato 11:30
Disturbi cardiovascolari

E ufficiale, l’uva fa bene al cuore. E non solo

Uno studio del Crea conferma che l'uva da tavola della varietà autumn royal è efficace nel proteggere dalle malattie cardiovascolari. Ma protegge anche dall'invecchiamento e altri disturbi

Uva, fa bene al cuore
Uva, fa bene al cuore Foto: Shutterstock

BARI – Ricercatori del CREA Viticoltura ed Enologia, sede di Turi, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Bari hanno condotto uno studio in cui è emerso come l'uva sia un'alleata della salute di cuore e arterie. In particolare, il suo concentrato di sostanze preziose per l'organismo ne fanno una sorta di alimento funzionale. Ecco perché.

Agisce sui processi interni
Lo studio dei ricercatori italiani è stato condotto sull’uomo, e aveva l'obiettivi di valutare il legame fra una prolungata assunzione di uva e i processi di coagulazione e fibrinolisi, che potrebbero portare all’insorgenza dei disturbi cardiovascolari – si spiega nel comunicato Crea. Dai test eseguiti e l'analisi dei dati raccolti è emerso che «gli effetti salutari derivanti dall’assunzione dell’uva da tavola fresca potrebbero contribuire a proteggere l’organismo dall’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Tali effetti antitrombotici, inoltre, persistono anche dopo l’interruzione dell’assunzione».

Uva da tavola fresca
Una particolarità dello studio, e anche un merito, è stata quella di aver per la prima volta utilizzato dell'uva da tavola fresca e non dei derivati – che possono dare dei risultati contrastanti. Nello specifico, è stata scelta la varietà Autumn Royal, a bacca nera. La scelta è stata presa grazie alle sue caratteristiche: moderato contenuto di zuccheri, elevato contenuto di composti polifenolici e in particolare di antociani, elevata attività antiossidante.

Lo studio
Per questo studio sono stati reclutati 30 volontari sani: di cui 20 hanno assunto una dieta arricchita d’uva (5g/kg di peso, al giorno) per tre settimane e 10 hanno seguito la loro dieta abituale ma priva di uva. I partecipanti sono stati seguiti per tutto il periodo di follow-up. «Le analisi del sangue, eseguite all’inizio, alla fine del periodo di assunzione di uva e dopo un mese dalla fine dell’assunzione, hanno dimostrato innanzitutto che non si è verificato alcun aumento della glicemia né del profilo lipidico, sfatando così un falso mito – scrivono gli autori – Inoltre, l’assunzione prolungata di uva ha anche un effetto anticoagulante, perché aumentando la capacità fibrinolitica del plasma riduce i meccanismi di formazione dei trombi ed esalta quelli deputati alla loro rimozione».

Un concentrato di preziose sostanze
L'uva si è dunque rivelata un concentrato di preziose sostanze utili al buon funzionamento dell'organismo. Questo frutto è naturalmente ricco di Sali minerali come potassio, ferro, fosforo, calcio, manganese, magnesio, iodio, silicio, cloro, arsenico. Ma non mancano le vitamine A, B e C, e i polifenoli – noti antiossidanti. L’uva poi possiede «proprietà ricostituenti e antiossidanti, perché combatte i radicali liberi responsabili del deterioramento dei tessuti e del DNA. Con il suo contenuto di acqua e fibre, inoltre, permette di purificare l’intestino e il fegato. Ma non solo. Se assunta nella dieta alle dosi sopra riportate, la sua composizione la rende particolarmente indicata come valido ausilio nel trattamento dei principali fattori di rischio dell’aterosclerosi come l’ipertensione, il diabete, l’iperlipidemia e lo stress ossidativo, al punto da poter contribuire a ridurre la mortalità legata ai disturbi cardiovascolari», concludono i ricercatori. In sostanza, portare l'uva in tavola non è soltanto un piacere per il palato, ma un gesto di riguardo nei confronti della propria salute – specie quella cardiovascolare.