29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Aglio contro il cancro

Aglio e fluoro: insieme possono combattere il cancro

Alcuni scienziati sono riusciti ad abbinare molecole di fluoro all’aglio rendendolo un ottimo candidato per la cura del cancro

L'aglio contro il cancro
L'aglio contro il cancro Foto: Shutterstock

Odiato e amato: l’aglio è uno di quegli ingredienti culinari che non ammette mezze misure. Eppure da che mondo è mondo, le sue virtù medicinali sono sempre state sfruttate. Solo ora si utilizza un po’ meno per il timore che qualche vicino possa allontanarsi da noi a causa dello sgradevole odore che lascia al nostro alito. Ma superato questo scoglio, potrebbe addirittura contrastare le formazioni tumorali se abbinato all’uso del fluoro. Ecco i risultati dello studio appena pubblicato su Molecules.

Utilizzato da millenni
Lo ritroviamo negli antichi scritti di medicina indiana risalenti a oltre cinquemila anni fa. Ma anche nei testi decisamente più recenti che riguardano la medicina popolare. L’aglio fu utilizzato dagli atleti durante le prime Olimpiadi dell’antica Grecia: grazie al suo consumo mostravano maggior forza e resistenza. Mentre durante le guerre mondiali i soldati lo assumevano per evitare la cancrena. E la scienza più moderna ci dice che stimola il metabolismo, aiuta a migliorare la fluidità del nostro sangue e svolge azione preventiva nei confronti del cancro. Un recente studio, infatti, ha evidenziato come l’aglio sia in grado di ridurre la formazione di tumori causati da nitrosamine, sostanze in abbondanza nella flora intestinale quando di assumono troppi cibi conservati e direttamente correlati con il tumore al colon. A livello intestinale, inoltre, riduce la formazione di gas e contenuti putrefattivi. Infine, non dobbiamo dimenticare che pochi giorni fa una ricerca ha mostrato virtù antibatteriche ottime nei casi di antibiotico-resistenza.

Aglio al fluoro
Le virtù dell’aglio, applicate al fluoro – che è uno degli elementi più reattivi della tavola periodica – sembrano essere efficaci nella prevenzione e cura del cancro. A suggerirlo è stato un nuovo studio coordinato da Eric Block, un eminente professore di chimica all'Università di Albany, che ha collaborato con il dottor Shaker A. Mousa, vicepresidente per la ricerca presso l'Università di Farmacia e Scienze della Salute di Albany. Secondo quanto emerso dalla ricerca, i derivati dell’aglio uniti al fluoro, migliorerebbero vistosamente l’attività biologica del noto bulbo. D’altro canto è importante sottolineare che sono molti i farmaci che contengono atomi di fluoro, compresi alcuni inibitori di pompa protonica come il Lansoprazolo.

Un potenziale terapeutico
«Fin dalla sua scoperta, le proprietà antibiotiche trovate nei composti dell'aglio sono state oggetto di approfondite ricerche. Data la grande importanza del fluoro nella chimica farmaceutica e nella biologia chimica, eravamo interessati a osservare l'effetto che la sostituzione del fluoro avrebbe avuto sulla reattività chimica e sull'attività biologica dei composti dell'aglio. Tali analoghi fluorurati erano attualmente sconosciuti», spiega Block.

Idrogeno contro fluoro
Allo scopo di testare l’efficacia dell’aglio fluorurato, i ricercatori hanno modificato alcuni composti tipici del bulbo sostituendo gli atomi di idrogeno con gli atomi di fluoro. Dopo aver dato vita al nuovo prodotto hanno preso degli embrioni di pulcino di 10 giorni e hanno confrontato l’attività di tali composti con o senza fluoro. Inizialmente si sono concentrati sull’effetto antitrombotico e di angiogenesi. Questi ultimi vengono utilizzati per contrastare la crescita del cancro, mentre gli agenti antitrombotici aiutano a ridurre la formazione di coaguli nel sangue.

I risultati
Dai risultati è emerso che i composti modificati presentavano un’attività biologica nettamente superiore e per tale motivo dovrebbero essere presi in considerazione per sviluppare nuove terapie. «I nostri risultati dimostrano che i nuovi farmaci possono comportare la modifica di composti presenti nell’aglio formati naturalmente per migliorare la loro attività biologica benefica. Questo lavoro ha rappresentato uno studio pilota: il lavoro futuro richiede la modifica delle procedure di laboratorio per rendere i nuovi composti scoperti più prontamente disponibili e a un costo inferiore, per facilitare uno studio più dettagliato in laboratorio, biologico e potenzialmente clinico», conclude Block.

L’aglio combatte i batteri resistenti

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Università di Copenaghen ha mostrato che un composto dell'aglio può distruggere il biofilm che i batteri resistenti creano per sopravvivere alle cure, e far funzionare di nuovo gli antibiotici. Nello specifico, a essere attivo è un composto sulfureo contenuto nell'aglio che può essere usato per combattere i batteri resistenti nei pazienti con infezioni croniche. Il composto è in grado di distruggere componenti importanti nei sistemi di comunicazione dei batteri, che coinvolgono molecole di RNA regolatrici.

Battere la resistenza gli antibiotici
Come più volte riportato, il problema della resistenza batterica agli antibiotici è divenuto un'emergenza sanitaria mondiale, che sta assumendo proporzioni bibliche. Con l'Italia che è tra i primi Paesi europei con questo problema. «Crediamo davvero che questo metodo possa portare al trattamento dei pazienti, che altrimenti hanno scarse prospettive. Perché le infezioni croniche come la fibrosi cistica possono essere molto resistenti – ha spiegato il prof. Tim Holm Jakobsen del Costerton Biofilm Center presso il Dipartimento di Immunologia e Microbiologia – Ma ora noi, insieme a un'azienda privata, abbiamo abbastanza conoscenze per sviluppare ulteriormente il farmaco a base di aglio e testarlo sui pazienti».

Gli effetti dell'aglio sui batteri
Questo nuovo studio è l'ultimo di una serie di altri lavori che vanno ad aggiungersi a quelli del gruppo di ricerca guidato dal professor Michael Givskov, che dal 2005 si è concentrato sull'effetto dell'aglio sui batteri. All'epoca si era scoperto che l'estratto di aglio è in grado di inibire i batteri, e nel 2012 hanno dimostrato che il composto solforoso ajoene trovato nell'aglio è il responsabile di questo effetto. Quest'ultima ricerca che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Scientific Reports, dà uno sguardo ancora più da vicino e documenta la capacità dell'ajoene di inibire piccole molecole di RNA regolatrici in due tipi di batteri. «I due tipi di batteri che abbiamo studiato sono molto importanti – aggiunge Jakobsen in un comunicato dell'università – Si chiamano Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa. In realtà appartengono a due famiglie di batteri molto diversi e normalmente vengono combattuti con metodi diversi. Ma il composto dell'aglio è in grado di combattere entrambi contemporaneamente e quindi può dimostrarsi un farmaco efficace se usato insieme agli antibiotici».

Prove già assunte
Precedenti studi hanno dimostrato che l'aglio pare offrire la più potente e naturale resistenza ai batteri. Oltre a inibire le molecole di RNA dei batteri, il composto attivo dell'aglio danneggia anche la matrice viscosa protettiva che circonda i batteri, il cosiddetto biofilm. Quando il biofilm viene distrutto o indebolito, sia gli antibiotici che il sistema immunitario del corpo sono in grado di attaccare i batteri più direttamente e quindi rimuovere l'infezione, sottolineano i ricercatori.

Fonti scientifiche

[1] More information: Eric Block et al. Fluorinated Analogs of Organosulfur Compounds from Garlic (Allium sativum): Synthesis, Chemistry and Anti-Angiogenesis and Antithrombotic Studies, Molecules (2017). DOI: 10.3390/molecules22122081