28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Assunzione di medicinali

Attenzione alle pillole: dividerle a metà potrebbe essere molto pericoloso

L’abitudine di dividere le pillole a metà, triturarle o aggiungerle a piatti o bevande potrebbe essere molto pericolosa per la nostra salute. Ecco perché

Dividere la pillola è pericoloso
Dividere la pillola è pericoloso Foto: Shutterstock

Non è una bella idea quella di prendere una pillola e dividerla a metà. Ma è anche sbagliato spezzettarla, tritarla o – peggio – aggiungerla a una bevanda o un liquido. Secondo gli esperti della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), infatti, i rischi che si corrono sono totalmente imprevedibili e per questo motivo è assolutamente consigliabile assumere la pillola integra esattamente come è stata concepita. Ecco tutti i possibili effetti avversi di un medicinale ridotto a metà.

Pericolo effetti collaterali
Ognuno ha la sua abitudine, ma sono molti i pazienti – specie in età geriatrica – che spezzano le pillole o le frantumano per aggiungerle alle minestre o al purè. Così facendo, però, si rischiano pericolosi effetti collaterali. In un caso su tre, infatti, la divisione della pillola è tutt’altro che perfetta e si assiste a una perdita del contenuto del farmaco. «Succede spesso - dichiara ad Adnkronos Nicola Ferrara, presidente Sigg e ordinario di Medicina interna e geriatria dell’Università Federico II di Napoli - di modificare i farmaci per renderli più facili da deglutire, capita a chiunque ma soprattutto agli anziani, tra i quali la quota di chi altera i farmaci anche per aggiustare la terapia raggiunge il 41% dei pazienti mentre il 20% li camuffa poi nei cibi».

Dosaggi alterati
Nel momento in cui si dive una pillola il dosaggio viene alterato per diversi motivi. Il primo è che mentre la si spezza di perde un piccolo quantitativo e il secondo è che con molta probabilità le due metà non sono identiche, quindi è possibile che una volta se ne assuma di più e l’altra di meno. Secondo gli esperti della Sigg, il dosaggio potrebbe differire di almeno il 15% rispetto alla prescrizione medica.

Pillole divise male
Nonostante molte persone utilizzino appositi strumenti come il classico taglia pillola, i dati evidenziano come i medicinali sono comunque suddivisi in maniera errata. Ottenendo così una dose più o alta o più bassa del dovuto. Tutto ciò potrebbe essere un metodo particolarmente pericoloso per alcuni tipi di farmaci che hanno una finestra terapeutica eccessivamente ristretta. Ciò significa che la tossicità si manifesta anche in seguito a una variazione infinitesimale. Inoltre è importante sottolineare che alcune compresse sono dotate di un rivestimento gastroresistente – per esempio l’esomeprazolo. Ma se si spezzano o si tritano potrebbero perdere sia l’efficacia che la tollerabilità.

L’imprecisione è alle porte
«Dividere le pillole è sempre una fonte di errori: il rischio si riduce se c'è una piccola incisione-guida, ma l'imprecisione è di fatto inevitabile soprattutto negli anziani che hanno spesso difficoltà visive o problemi articolari alle mani. Non parliamo poi di quando la pastiglia viene triturata: non perderne una parte consistente è praticamente impossibile. Un'operazione che viene spesso estesa a tutte le medicine prescritte, mescolate in un'unica soluzione. Un mix che può provocare rischi di interazione fra principi diversi e fenomeni di irritazione delle vie aeree a causa dell’inalazioni delle polveri», continua Ferrara.

Pericolo contaminazione delle pillole
«Inoltre, soprattutto in casa gli anziani o i loro caregiver tritano o dividono farmaci diversi usando sempre lo stesso strumento: una pratica ancora più pericolosa perché anche quando si schiacciano o si tagliano i farmaci uno alla volta, la mancata pulizia del coltello, del pestello o simili potrebbe portare a reazioni allergiche o ulteriori interazioni dovute ai residui di farmaco».

Il problema si può ridurre fino al 70%
Gli esperti ritengono che modificando la formulazione dei medicinali e valutando correttamente la difficoltà di valutazione delle persone, si potrebbe ridurre fino al 70% la necessità di dover per forza dividere o tritare il medicinale. In questo modo si ridurrebbe vistosamente anche la possibilità di incappare in pericolosi effetti collaterali. Per arrivare a tali conclusioni è stata condotta un’indagine su 200 ospiti di Rsa in Lombardia. «Medici e fisioterapisti hanno trovato per molti pazienti modalità alternative, per esempio la somministrazione della pastiglia intera assieme a yogurt, budini o altri cibi di consistenza facile da deglutire, oppure farmaci analoghi o equivalenti in diversa formulazione, dalle gocce ai granulati - spiega Luisa Guglielmi, della Fondazione Casa di riposo di Robecco d'Oglio onlus di Robecco d'Oglio (Cr), autrice dello studio - Con provvedimenti semplici e senza un particolare aggravio di costi, siamo riusciti a ridurre la pratica di triturare i farmaci per permetterne l’assunzione. Le indicazioni emerse dall’indagine sono molto importanti, spesso basta rivedere poco la terapia per modificarla e renderla più facile da deglutire».

Ma spesso mancano le alternative
Il vero problema sta nel fatto che le case farmaceutiche, spesso non offrono alcuna alternativa. Questo riguarda soprattutto gli ace-inibitori o i beta-bloccanti disponibili solo in pastiglie o capsule. Secondo gli esperti sarebbe quindi auspicabile che le aziende farmaceutiche – anche in virtù del fatto che la vita media pare si stia allungando – dessero vita a formulazioni di facile consumo per ogni età o problema di deglutizione.