29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Alimentazione a rischio

Attenti a quei 14: ecco la black list dei cibi più pericolosi e tossici

Dalla Coldiretti la black list degli alimenti che portiamo in tavola, pericolosi per noi e per la nostra salute: sono tossici o contengono sostanze velenose. Ecco tutti i cibi da evitare come la peste

ROMA – Ci sono molti cibi che portiamo in tavola ogni giorno che sono una vera e propria bomba a orologeria, che ci avvelena giorno per giorno prima di esplodere causando qualche seria malattia o, peggio farci anche morire. Ecco che la Coldiretti ha stilato una black list dei 14 alimenti da cui sarebbe bene stare alla larga, ed evitare di acquistare e poi, chiaramente, mangiare. Per fare alcuni esempi, ogni giorno sui nostri mercati arrivano cibo come il pesce spada e il tonno dalla Spagna inquinato da metalli pesanti. E poi dagli Stati uniti gli integratori e i cibi dietetici con ingredienti non autorizzati, senza dimenticare le arachidi che arrivano dalla Cina contaminate da aflatossine cancerogene. Tutti questi e altri di cui l’elenco a fondo pagina, salgono sul podio della ‘black list’ dei prodotti alimentari più pericolosi per la salute, che vede al decimo posto i pistacchi dalla Turchia per la presenza di aflatossine oltre i limiti di legge. E’ quanto emerge dal dossier Coldiretti su ‘La classifica dei cibi più pericolosi’ presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio sulla base delle rilevazioni dell’ultimo rapporto Sistema di allerta rapido europeo (RASFF), che registra gli allarmi per rischi alimentari verificati a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nell’Unione Europea nel 2016.

Migliaia di allarmi sul cibo contaminato
«Sono 2.925 – sottolinea la Coldiretti – gli allarmi scattati nell’Unione Europea con la Turchia che è il paese che ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi (276), seguita dalla Cina (256) e dall’India (194), dagli Stati Uniti (176) e dalla Spagna (171). Si tratta di Paesi con un fiorente scambio commerciale con l’Italia che – denuncia la Coldiretti – riguarda anche i prodotti più a rischio; Nel 2016 sono stati importati dalla Spagna in Italia 167 milioni di chili di pesce in aumento del 5% nel primo semestre del 2017 mentre sono quasi 2 milioni i chili di pistacchi che nel 2016 sono arrivati dalla Turchia che ha esportato in Italia anche quasi 3 milioni di fichi secchi e  25,6 milioni di chili di nocciole che rientrano nella lista nera per elevata rischiosità».

Una classifica inquietante
Molti dei cibi che portiamo in tavola, oltre a tossine varie e metalli pesanti, contengono elevati livelli di pesticidi (che sono veleno puro). «Per numero di allarmi fatti scattare nel 2016 al quarto posto della classifica si trovano i peperoni  provenienti dalla Turchia che – sottolinea la Coldiretti – ha fatto registrare contaminazione oltre i limiti consentiti di pesticidi, mentre preoccupante è la situazione della frutta secca, come i pistacchi provenienti dall’Iran e i fichi secchi dalla Turchia, che sono rispettivamente al quinto e sesto posto, entrambi fuori norma per la presenza di aflatossine, considerate cancerogene anche dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Seguono in classifica le carni di pollo provenienti dalla Polonia, che sono state oggetto di allarme per contaminazioni microbiologiche oltre i limiti di legge, in particolare di salmonella. All’ottavo posto troviamo ancora prodotti contaminati da aflatossine, le nocciole provenienti dalla Turchia, seguiti dalle arachidi dagli USA con lo stesso problema di sicurezza alimentare, che ritroviamo ancora nei pistacchi dalla Turchia e nel peperoncino dall’India. A seguire altri prodotti – aggiunge la Coldiretti – sono stati tra quelli più segnalati, come per le albicocche essiccate dalla Turchia per contenuto eccessivo di solfiti, la noce moscata dall’Indonesia, per aflatossine e le carni di pollo dai Paesi bassi, per contaminazioni microbiologiche».

Mangia italiano
Per difendersi dai cibi killer spesso basta poco: preferire prodotti italiani di cui si può conoscere la filiera o acquistati magari dal contadino di fiducia. «L’agricoltura italiana – precisa la Coldiretti – è la più green d’Europa con 292 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), il divieto all’utilizzo degli Ogm e il maggior numero di aziende biologiche, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,5%), quota inferiore di 3,2 volte alla media UE (1,7%) e ben 12 volte a quella dei Paesi terzi (5,6%)».

Tutti devono essere informati
«Non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che – importanti passi avanti sono stati ottenuti con l’estensione dell’obbligo di indicare la provenienza del riso e del grano impiegato nella pasta ma molto resta da fare perché 1/3 della spesa resta anonima, dai succhi di frutta al concentrato di pomodoro fino ai salumi».

La black list

I CIBI PIU’ PERICOLOSI                             MOTIVAZIONE

1) Pesce dalla Spagna (96)                         metalli pesanti in eccesso (mercurio e cadmio)

2) Dietetici/integratori da USA (93)              ingredienti e novel food non autorizzati

3) Arachidi dalla Cina (60)                           aflatossine oltre i limiti

4) Peperoni dalla Turchia (56)                     pesticidi oltre i limiti

5) Pistacchi dall’Iran (56)                             aflatossine oltre i limiti

6) Fichi secchi dalla Turchia (53)                aflatossine oltre i limiti

7) Carni di pollo dalla Polonia (53)             contaminazioni microbiologiche (salmonella)

8) Nocciole dalla Turchia (37)                     aflatossine oltre i limiti

9) Arachidi dagli USA (33)                          aflatossine oltre i limiti

10) Pistacchi dalla Turchia (32)                  aflatossine oltre i limiti

11) Peperoncino dall’India (31)                   aflatossine e salmonella oltre i limiti

12) Albicocche secche da Turchia (29)       solfiti oltre i limiti

13) Noce moscata da Indonesia (25)          aflatossine oltre i limiti, certificato sanitario carente

14) Carni di pollo dai Paesi Bassi (15)        contaminazioni microbiologiche

Fonte: Elaborazioni Coldiretti dati Rasff 2016.