26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Salute

Obesità, si sconfigge con una stimolazione del cervello

Ricercatori italiani trovano che una stimolazione magnetica transcranica aiuta a sconfiggere l’obesità modificando il microbiota intestinale. Lo studio

Stimolare il cervello per combattere l'obesità
Stimolare il cervello per combattere l'obesità Foto: Shutterstock

MILANO – Sconfiggere l’obesità e i problemi di salute correlati stimolando il cervello. Questo l’intento dei ricercatori dell’IRCCS Policlinico San Donato e dell’Università Statale di Milano, che hanno condotto uno studio presentato a Orlando (Florida) al IC meeting della Endocrine Society.

Agire sull’intestino
Può sembrare strano agire sull’intestino stimolando il cervello. Eppure è quanto dimostrato dal team di ricerca che ha utilizzato questa tecnica. È, in sostanza, una stimolazione magnetica transcranica profonda, non invasiva. Qui, si legge nel comunicato dell’ateneo milanese, il paziente indossa una sorta di casco leggero che applica dall’esterno una sollecitazione elettromagnetica a differenti regioni del cervello. A oggi viene utilizzata in ambito neurologico e neuropsichiatrico, per la terapia di emicranie resistenti, depressioni maggiori, dipendenze e alcuni disturbi motori.

Lo studio
Per questo studio clinico sono stati reclutati 14 soggetti obesi, di età compresa tra i 22 e i 65 anni, il cui BMI (Indice di Massa Corporea) era compreso tra 30 e 45. Il team, guidato da Livio Luzi, docente di Endocrinologia in Statale, in collaborazione con Lorenzo Drago, docente di Microbiologia Clinica nello stesso Ateneo ha poi suddiviso in due gruppi a random, e in cieco, i partecipanti. Gli appartenenti al primo gruppo sono stati trattati per 5 settimane o con 15 sessioni di stimolazione cerebrale diretta all’insula e alla corteccia prefrontale (3 volte a settimana), o con una stimolazione fittizia, in modo da avere un gruppo di controllo, scrivono gli autori.

I risultati
La terapia di stimolazione magnetica transcranica profonda non ha tardato a dare i propri frutti. Dopo le 5 settimane di trattamento – specifica la nota – i pazienti a cui era stata effettivamente erogata la terapia avevano perso più del 3% del loro peso e più del 4% del loro grasso corporeo, in misura significativamente più elevata rispetto ai soggetti del gruppo di controllo. «Una delle cause dell’obesità – commenta il professor Luzi – può essere riconosciuta in una composizione sbilanciata del microbiota intestinale che influisce sul cervello causando segnali alterati relativamente alle sensazioni di appetito, sazietà, pienezza. Con questo studio abbiamo ulteriormente confermato l’esistenza di un asse intestino-cervello e, partendo dalla stimolazione cerebrale, abbiamo cercato di sfruttarlo per fornire una terapia innovativa dell’obesità, sicura e soprattutto non invasiva. Lo studio è preliminare e i dati dovranno essere confermati in una popolazione più ampia di pazienti affetti da obesità».