24 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Sicurezza alimentare

Carne avariata e cancerogena: è allarme e si trova nelle nostre tavole

L’Italia importava grandi quantità di carne proveniente dal Brasile: era avariata e vi erano state iniettate sostanze cancerogene.

Carne avariata dal Brasile
Carne avariata dal Brasile Foto: Shutterstock

ROMA - Se tutti comprassimo sempre dai piccoli allevatori di zona tutto ciò non succederebbe. Invece acquistiamo in certi supermercati o presso macellerie che rivendono carne che viene dall’estero. Ed è così che di tanto in tanto troviamo nel nostro piatto molte sorprese. L’ultima è quella della carne avariata: proviene dal Brasile ed è venduta in tutta Europa. Ecco cosa è accaduto.

Lo scandalo della carne «fraca»
E’ lo scandalo che ha coinvolto il Brasile in prima linea per la commercializzazione di carne fraca – carne debole – anche se sarebbe più logico parlare di carne avariata. Il motivo per cui la carne di questa ridottissima qualità sia riuscita a entrare nelle nostre case è molto semplice e facilmente intuibile: i pubblici funzionari preposti al controllo erano stati, per così dire, comprati con delle mazzette.

Anche in Italia
Tutto ciò desta non poca preoccupazione perché tra i vari Paesi coinvolti c’è anche l’Italia. Il nostro Paese era infatti uno dei maggiori importatori di carne brasiliana: in particolare acquistava pollo e bovino. Per ora l’Unione Europea ne ha sospeso l’importazione ma resta sempre il fatto che molti di noi avranno mangiato carne avariata.

Come abbiamo fatto a non accorgercene?
Forse verrebbe da chiedersi come abbiamo fatto a non vedere che la fettina che avevamo tra le mani era avariata. Il motivo è molto semplice: la carne andata a male veniva per così dire modificata con sostanze chimiche di natura acida. C’è chi sostiene che potrebbero essere anche cancerogene ma tutt’ora non c’è alcuna prova a riguardo. Tuttavia Mauricio Moscardi, capo della polizia federale del Brasile, si esprime così al riguardo: «Hanno usato acidi e altre sostanze chimiche, in alcuni casi cancerogene, per nasconderne le caratteristiche fisiche e l’odore di marcio». Inoltre veniva rimessa in sesto gonfiandola con acqua e carta allo scopo di aumentarne volume e peso.

I provvedimenti
Blairo Maggi, ministro dell’Agricoltura del Brasile, ha sospeso la licenza di esportazione alle 21 fabbriche coinvolte. Ciò che lascia tutti noi molto perplessi è che si tratta solo di un provvedimento temporaneo e che fra un po’ di tempo ci troveremo di nuovo la carne brasiliana nel piatto, se non quella di quale altro Paese. La Colidiretti stessa ritiene che questo sia «un rischio per i cittadini europei sul quale occorre fare immediatamente chiarezza per non mettere a rischio la salute dei consumatori».

Cosa fare dunque?
Chiaramente non si può tornare indietro nel tempo. Si può però cominciare a cambiare la grave situazione che si è venuta a creare. Questa della carne non è l’unico scandalo che si è verificato di recente. Purtroppo sono in costante aumento le aziende alimentari che – per interessi economici – mettono a rischio la nostra salute. È importante quindi che tutti noi cittadini impariamo ad acquistare da piccole aziende della zona i cibi a chilometro zero o pretendere di conoscere la filiera quando si acquista al supermercato. Forse costerà un po’ di più, ma almeno sappiamo cosa ci troviamo nel piatto.