20 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Gravidanza

Più della metà delle italiane continua a bere alcol in gravidanza e non tiene conto dei danni al feto

La denuncia dell’Istituto Superiore di Sanità, le donne italiane bevono alcol anche in gravidanza, senza rendersi conto che il feto, e il futuro bambino, ne può ricavare diversi e gravi danni allo sviluppo e alla salute

ROMA – La questione alcol in gravidanza fa ancora discutere. Gli esperti, grazie anche a numerosi studi i cui risultati non sono sempre coerenti, spesso non sono del tutto concordi sulla quantità di alcolici ‘ammessi’ durante i mesi di gestazione. Se però si ritiene che non si debba mai eccedere e mantenersi su modeste quantità, fa riflettere il rapporto pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in cui si scopre che oltre il 50% delle future mamme continua a bere durante la gravidanza.

Diverse le quantità in Europa
Se all’ISS sono fermamente convinti che l’alcol in gravidanza andrebbe del tutto evitato, dal rapporto si scopre che nella realtà le cose vanno un po’ diversamente. La percentuale di donne europee che bevono alcolici in gravidanza cambia a seconda del Paese. Per esempio, si va da un piccolo 6% della Svezia a un rilevante 82% dell’Irlanda. In Italia oscilliamo tra il 50% e il 60%. Le stime indicano che in media 7 neonati su 100 sono esposti all’alcol già mentre sono ancora dei feti.

Il doppio di quello che dovrebbe essere
«In Italia, il 50-60% delle donne in gravidanza continuano a bere, mantenendo le abitudini che avevano in precedenza», spiega Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Iss. La tendenza a bere anche durante la gestazione si ritiene sia dovuta anche all’età in cui, sempre in media, le donne oggi decidono di procreare. In Italia, l’età media «è tra 30 e 35. Abbiamo ricavato, sulla base dei tassi di consumi alcolici in quella fascia, che non bevono meno di due bicchieri, il doppio cioè di quello che dovrebbero evitare», sottolinea Scafato.

Effetti non subito evidenti
Il problema dell’assunzione di alcol durante la gravidanza è che gli effetti deleteri dell’alcol sul bambino non si vedono subito. Per cui viene facile pensare che non sia accaduto nulla di male. Invece, più avanti con gli anni, specie nell’età evolutiva, ecco che allora possono presentarsi. I danni appaiono dunque durante questa fase della vita del bambino, ossia «quando iniziano ad apparire evidenti alterazioni delle capacità cognitive e disturbi nella crescita», fa notare Scafato.

Evitarlo anche prima
Gli esperti ritengono che l’alcol non vada evitato soltanto in gravidanza, ma anche prima, quando si sia deciso di rimanere incinta. E la stessa cosa vale per gli uomini, dato che l’alcol influisce anche sul seme maschile e su quanto trasmetterà al futuro embrione. I primi 10-15 giorni dal concepimento, quando ancora non si sa neanche di essere incinta, sono fondamentali poiché è durante questa fase che si formano organi vitali come cuore e cervello. «L’alcol arriva direttamente nel cervello della madre e del feto, dove distrugge i neuroni ancora prima che si sviluppino», conclude il dottor Scafato.