2 ottobre 2025
Aggiornato 21:00
Alimentazione

La voglia di Caffè è scritta nel DNA

A influenzare la quantità di caffè che beviamo pare siano i geni. C’è dunque chi sente più necessità di altri di assumere caffeina, e questo è scritto nel Dna

Caffè, se ne bevi di più o di meno dipende dai tuoi geni
Caffè, se ne bevi di più o di meno dipende dai tuoi geni Foto: Shutterstock

SCOZIA – I ricercatori dell’Università di Edimburgo, in Scozia, hanno scoperto che la voglia di caffè degli italiani è scritta nei geni, o nel Dna che dir si voglia. Ecco dunque il perché ci sono persone che sentono la necessità di bere più caffè rispetto ad altre, e altre ancora che non ne sentono alcuna necessità.

Bevitori incalliti
Sei un bevitore incallito di caffè. Uno di quelli che si ‘fa’ quattro o più tazzine al giorno? Ecco, potrebbe essere colpa del tuo Dna. Questo quanto suggerito da un nuovo studio condotto dai ricercatori scozzesi dell’Università di Edimburgo, guidati dal dottor Nicola Pirastu. A essere responsabile della voglia di caffè sarebbe una variante nel gene chiamato ‘PDSS2’, la quale ridurrebbe la capacità delle cellule di abbattere la caffeina, per cui chi ha questa variante può ottenere la stessa ‘spinta’ bevendo meno caffè di un altro che invece non ce l’ha.

Lo studio
Per questo studio sul caffè e la necessità di assunzione di caffeina, i ricercatori hanno analizzato i dati genetici relativi a più di 1.200 persone in Italia, a cui è stato chiesto di riportare quanto caffè bevevano ogni giorno. Dai risultati delle analisi condotte, si è scoperto che gli italiani che presentavano la variante del gene PDSS2 avevano bevuto in media una tazza in meno al giorno, rispetto a quelli senza la variante. Gli autori dello studio riportano che un altro esperimento condotto nei Paesi Bassi, che ha coinvolto oltre 1.700 persone, ha dato risultati simili.

Gli effetti della caffeina
In base a quanto emerso dallo studio si è trovato che la variante del gene PDSS2 riduce la capacità di abbattere la caffeina da parte dell’organismo, per cui la sostanza rimane più a lungo nel corpo –così come i suoi effetti. Ecco spiegato perché ad alcune persone basta un solo caffè, o poco più, per ottenere gli stessi effetti stimolanti rispetto alle altre persone. «I risultati del nostro studio si aggiungono a ricerche esistenti che suggeriscono come la nostra misura di assunzione di caffè può essere incorporata nei nostri geni – spiega in un comunicato dell’università il dottor Pirastu – Abbiamo bisogno di compiere studi più ampi per confermare la scoperta e anche per chiarire il legame biologico tra PDSS2 e il consumo di caffè». I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.