27 agosto 2025
Aggiornato 19:30
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Come Frankenstein, riportare in vita i morti

Una società statunitense ha ottenuto il nullaosta del NIH Usa per studiare se e come riattivare il cervello di persone clinicamente morte

Riportare in vita i morti
Riportare in vita i morti Foto: Shutterstock

STATI UNITI – E’ qualcosa che ricorda il romanzo di Mary Shelley, ‘‘Frankenstein’’, il progetto che hanno in mente gli scienziati della Bioquark, società statunitense che ha appena ottenuto dei National Institutes of Health e di autorità indiane per studiare se e come poter riattivare il cervello di persone clinicamente morte. Di fatto, riportare in vita i morti.

Re-Anima
Il progetto si chiama ‘‘Re-Anima’’, un nome che è una promessa. Lo studio che sta per partire ha per così dire reclutato 20 pazienti dichiarati ufficialmente come deceduti per via di una lesione traumatica cerebrale, che al momento sono tenuti in vita tramite le macchine. Come riportato dal Telegraph, gli scienziati utilizzeranno una serie di diverse terapie per ottenere quanto sperato. Tra queste vi sono iniezioni nel cervello di cellule staminali e un cocktail di peptidi, oltre a speciali laser e tecniche di stimolazione nervosa già impiegate per far uscire i pazienti dal coma.

Monitorare i cambiamenti
Tutti i partecipanti saranno monitorati per i diversi mesi che occorreranno per la sperimentazione. Si utilizzeranno apparecchiature di Imaging cerebrale atte a cogliere i più piccolo segni di rigenerazione, in particolare quelli che possono avvenire nel midollo spinale superiore, che è la regione più bassa del tronco cerebrale adibita al controllo della respirazione e del battito cardiaco.

Rigenerare
L’uso delle cellule staminali da infondere nel cervello è sato scelto perché si ritiene possano essere capaci di ’’cancellare’’ i danni occorsi e di rigenerarsi grazie al loro tessuto circostante. Questo processo non è nuovo in natura, e avviene normalmente nelle salamandre, le quali possono far ricrescere i propri arti. «E’ il primo trial di questo genere e rappresenta un tentativo di fare passi verso l’eventuale ‘inversione’ dello stato di morte – ha dichiarato Ira Pastor, Ceo di Bioquark Inc. – Abbiamo appena ricevuto l’autorizzazione per i nostri primi 20 soggetti e speriamo di cominciare immediatamente a reclutare pazienti. Speriamo di vedere i primi risultati entro due o tre mesi».

Gli esperimenti
I primi esperimenti saranno condotti in India presso l’Anupam Hospital di Rudrapur. Sarà un trial clinico che prende il nome di ’’First In Human Neuro-Regeneration & Neuro-Reanimation’’. In questa prima parte del progetto verranno somministrati dei peptidi nel midollo spinale dei pazienti attraverso un’infusione giornaliera. Le cellule staminali saranno invece iniettate due volte a settimana per 6 settimane. «Una visione a lungo termine ci può far ipotizzare un recupero completo in questi pazienti – sottolinea Ira Pastor – Anche se questo non è l’obiettivo di questo studio, che è un ponte verso questa eventualità».

Sarà un aiuto per altre malattie
Come spesso avviene per i risultati di altri studi, ciò che accadrà potrà anche essere d’aiuto nella ricerca di trattamenti e cure per altre malattie. «Attraverso il nostro studio si potranno acquisire conoscenze uniche sullo stato di morte cerebrale umana, con connessioni importanti per il futuro sviluppo terapeutico contro altri gravi disturbi della coscienza: coma e stati vegetativi e di minima coscienza, malattie degenerative del sistema nervoso centrale, malattia di Parkinson e di Alzheimer», conclude Sergei Paylian, fondatore, presidente e chief science officer di Bioquark Inc.