Cremazione virtuale, l'esperienza di morte che ti cambia la vita

CINA – Se ne studiano davvero di tutti i colori. E, per chi ha dei dubbi o timori riguardanti la cremazione, ossia il processo di ardere il corpo di un defunto, ora c’è la cremazione virtuale: un vero e proprio rito della cremazione con tanto di fiamme (innocue) che passano sul proprio corpo. Chi l’ha provata assicura che è un’esperienza che cambia la vita.

Più spazio ai vivi
La cremazione, assai diffusa all’estero, è un processo in cui si fa bruciare il corpo di un defunto per ottenerne le ceneri che poi possono essere conservate in una urna o essere sparse. A parte le implicazioni religiose o i credo personali, il processo in verità permette di risparmiare lo spazio occupato dalla bara che, moltiplicato per tutti i morti che ci sono ogni giorno, rischia di far collassare i cimiteri – dato che prima o poi lo spazio finirà.

Per un passaggio più sereno
Per chi è indeciso se farsi cremare o meno, perché magari ha qualche timore in merito, ecco che può ’’esorcizzare’’ la questione vivendo un’esperienza di cremazione virtuale. Ad aver avuto l’idea è stata un’azienda di Shanghai (Cina) che offre, come fosse una giostra, la possibilità di vivere la propria cremazione, con tanto di fiamme (innocue) che passano sul proprio corpo. Ci si sdraia all’interno di questo tunnel simile a quello della cremazione vera e propria, ci si fa per così dire cremare e poi si rinasce. Sì, al termine, passando attraverso un piccolo foro circolare si prova l’emozione di rinascere, ricongiungendosi ai propri cari o amici.

Educare alla vita
Secondo gli organizzatori dell’esperienza, questa offre la possibilità alle persone di ripensare in modo diverso alla propria vita. Avere a che fare con una possibile morte, anche se virtuale ma realistica, darebbe modo di meditare sul valore della vita stessa. Diversi partecipanti hanno confermato che passare attraverso questa esperienza non solo cambia il loro approccio nei confronti della morte, ma soprattutto nei confronti della vita. E quando si esce da lì si è diversi. Rinati. Qualcuno ha voglia di provare?