Carne alla riscossa? Vegetariani e vegani non vivono più a lungo
Gli onnivori, o carnivori, non hanno un’aspettativa di vita minore rispetto a vegetariani o vegani. Ecco lo studio che ribalta la credenza che chi mangia di tutto sia più a rischio morte prematura o comunque sia meno in salute di chi mangia solo vegetali o non carne
OXFORD ─ Sono in molti a pensare che essere vegetariani o addirittura vegani faccia vivere più a lungo. E invece, al di là delle scelte personali, un nuovo studio dell’Università di Oxford sfata il mito, mostrando che un consumo moderato (e dunque equilibrato) di carne non riduce in modo significativo l’aspettativa di vita.
Carnivori o onnivori?
Il termine «carnivoro» spesso è utilizzato in senso dispregiativo, specie da chi professa altri tipi di dieta. Tuttavia, se non si appartiene a una razza animale come per esempio i felini, è difficile che ci si alimenti soltanto a carne. Per cui il termine più corretto sarebbe «onnivoro», cioè una persona che si ciba di un po’ di tutto, magari in maniera equilibrata ─ che è la cosa migliore.
Un po’ non fa male
Per tutti gli onnivori la buona notizia è pertanto che mangiare carne in modo equilibrato non accorcia la vita. Senza nulla voler togliere alla dieta vegetariana o vegana, una dieta che contenga tutti i tipi di nutrienti si attesta quindi come un buon compromesso. Questo quanto emerso dall’analisi britannica che ha preso in considerazione lo stato di salute di oltre 60mila adulti, che seguivano i tre tipi di dieta: onnivora, vegetariana e vegana. Lo studio ha valutato un arco di tempo di trent’anni, tenendo conto dell’eventuale associazione tra la dieta e l’insorgere di malattie.
Niente significative differenze
L’analisi dei dati ha permesso ai ricercatori di scoprire che un consumo moderato non incideva sulle principali cause di morte. In particolare, non si avevano incrementi di casi di cancro pancreatico o malattie respiratorie, come invece avveniva per chi mangiava troppa carne. Tra chi seguiva una dieta vegetariana o vegana, vi era tuttavia una riduzione del 10% dell’incidenza di tumori. Mentre non vi erano differenze di sorta tra chi è vegetariano (ossia non mangia carne ma assume anche alimenti di origine animale) e chi è vegano (chi mangia solo cibi vegetali).
Vegetariani più malaticci
Già tempo fa uno studio della Medical University di Graz in Austria, e pubblicato su PLoS ONE, aveva mostrato che i vegetariani, contrariamente a quanti si potesse credere, stavano peggio che gli onnivori quanto a salute. I ricercatori coordinati dalla dott.ssa Nathalie Burkert, hanno preso in esame 1.320 soggetti abbinati in base a età, sesso e status socio-economico. Dei partecipanti, 330 erano vegetariani, 330 mangiavano carne, ma anche molta frutta e verdura, 300 seguivano una dieta normale, ma con poca carne e, infine, 330 seguivano una dieta ricca di carne. I risultati dello studio hanno rivelato a sorpresa che i vegetariani avevano due volte più probabilità di soffrire di allergie, mostravano un aumento del 50% di attacchi di cuore e un aumento del 50% dell’incidenza del cancro.
Rischio sì, ma marginale
I risultati dello studio si riferiscono alla Gran Bretagna, dove si hanno abitudini alimentari diverse da quelle del nostro Paese e, in genere, si consuma più carne. Per quel che riguarda l’Italia, la dieta mediterranea è di certo più equilibrata. Sul fatto, poi, che la carne in generale possa far aumentare il rischio di cancro, gli studi epidemiologici in genere valutano sempre l’aumento del rischio in base ai grandi numeri, e non a livello individuale. In base a questi, vi è sì un’evidenza che un consumo massiccio di carne e insaccati possa far aumentare il rischio: si parla di circa il 18-21% per il tumore del colon e di circa il 3% di tutti i tumori. Ma spesso, discutendo se la carne faccia male o meno, si dimentica che ─ in base a quanto accertato dal Cancer Research UK ─ soltanto il vizio del fumo è responsabile dell’86% dei tumori al polmone e del 19% di tutti i tumori. Insomma, ognuno è libero di seguire la dieta che ritiene più opportuna o salutare, sapendo cosa comporta l’una o l’altra scelta.