19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
SLA: le nuove scoperte scientifiche

Sla, scovato il killer che uccide i neuroni

La scoperta apre le porte a un potenziale nuovo farmaco

NORTH CAROLINA – Si chiama Sclerosi Laterale Amiotrofica, alias Sla, ed è una delle malattie più temute dell’ultimo secolo. Ma una ricerca condotta dagli scienziati dell’Università del North Carolina ha messo in luce il vero colpevole – il «killer molecolare» – lasciando la strada aperta alla realizzazione di nuovi farmaci.

Ecco come una semplice proteina si trasforma in killer
I ricercatori hanno finalmente scoperto il «killer molecolare», quale responsabile della Sla. In sostanza è un gruppo di proteine che si aggregano «avvelenando» il sistema nervoso fino a farlo arrivare alla paralisi. Le proteine, essendo completamente instabili e reattive, non permettono il corretto funzionamento del sistema nervoso. A scoprirlo sono stati alcuni ricercatori dell’Università del North Carolina che sono riusciti a evidenziare la loro struttura tridimensionale.

Le proteine mutanti
I soggetti colpiti da Sclerosi Laterale Amiotrofica assistono giorno per giorno a una riduzione del movimento, causata dalla diminuzione di neuroni deputati a tale attività. Ma non solo: il sistema nervoso che ne viene colpito controlla anche la capacità del linguaggio, della respirazione e della deglutizione. Solo in una piccola percentuale delle persone affette da Sla era stata identificata una proteina, la SOD1, che si aggregava da altre per intossicare il cervello.

La mutazione non basta
La mutazione della SOD1, tuttavia, si verifica solo nell’1% dei pazienti, perciò non era ritenuta la causa fondamentale della malattia. Ciò che invece hanno scoperto gli attuali ricercatori è che il fenomeno delle proteine aggregate si verifica anche senza che ci sia alcuna mutazione genetica. Il Killer molecolare, infatti, è formato da tre proteine SOD1 che si «incollano» tra di loro. Questo gruppo essendo molto instabile può uccidere i neuroni motori – persino quelli coltivati in laboratorio.

Una possibile via alla realizzazione di nuovi farmaci
Per rendere efficace un farmaco è necessario conoscere la vera causa della malattia. E questo nuovo studio, pubblicato su PNAS apre proprio la strada alla realizzazione di nuovi farmaci per la cura della Sla, ma anche per malattie che presentano aggregati come nel caso dell’Alzheimer. «Si tratta di un importante passo avanti perché finora nessuno aveva capito esattamente quali interazioni tossiche fossero la causa della morte dei neuroni motori nei malati di Sla – dichiara Elizabeth Proctor, coordinatrice dello studio – Conoscere la forma di queste ci permetterà di ideare nuovi farmaci, per bloccarne l’azione o prevenirne addirittura la formazione».

Il passo successivo è conoscere il tipo di «colla»
Il prossimo passo sarà comprendere la composizione di questo «collante» che unisce le proteine al fine di creare farmaci in grado si sciogliere gli aggregati che si formano in caso di Sla e Alzheimer. «Ci sono molte somiglianze tra le malattie neurodegenerative. Quello che abbiamo scoperto sembra confermare ciò che era già noto sull’Alzheimer, e se riusciamo a capire di più su ciò che accade, si potrebbe aprire una strada in grado di comprendere le radici di altre malattie neurodegenerative», conclude Nikolay Dokholyan, autore senior della ricerca.