18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
I lipidi che fanno bene alla salute

Più grassi nei latticini meno rischi sindrome metabolica

Studio su The Journal of Nutrition

ROMA - Nuova evidenza dell'importante ruolo nutrizionale e preventivo dei lipidi presenti nei prodotti lattiero-caseari e colpo all'associazione tra grassi e malattie del benessere. A confermare che i grassi dei latticini non provocano ipercolesterolemia e iperglicemia, e a smontare ulteriormente questo falso mito sono ora i ricercatori che hanno firmato un significativo studio appena pubblicato sul "The Journal of Nutrition". Da questo studio, sottolinea Assolatte, emerge che il consumo regolare di latte, yogurt e latticini interi è inversamente associato al rischio di sviluppare la sindrome metabolica. Dunque, benché da decenni le linee-guida nutrizionali mettano in guardia da un eccessivo consumo di latticini interi, ora emerge che invece includere questi prodotti nella dieta potrebbe essere una buona abitudine.

La ricerca è stata realizzata a partire dai dati di uno studio multicentrico di coorte condotto tra l'agosto 2008 e il dicembre 2010 su oltre 15.000 brasiliani, tra i 35 e i 74 anni, sani e consumatori abituali di diversi prodotti lattiero-caseari (come latte, yogurt, formaggi, burro e dessert a base di latte, quali mousse e budini), sia nella versione intera che in quella "low fat" e in quella scremata.

La prima evidenza dello studio è che il consumo totale di latticini "interi" non solo non influisce in modo diretto sull'aumento dei tassi di colesterolo e di trigliceridi nel sangue, ma al contrario si associa a un minor rischio di sviluppare gli effetti tipici della sindrome metabolica: obesità addominale, ipertensione, iperglicemia, possibili alterazioni del valore dei trigliceridi e del colesterolo HDL. L'effetto protettivo dei prodotti lattiero-caseari nei confronti della sindrome metabolica accomuna numerosi prodotti: latte intero, yogurt intero, formaggi ottenuti da latte intero e burro.

A determinare quest'effetto positivo sarebbe soprattutto l'azione dei grassi saturi presenti nel latte intero e nei suoi derivati sul colesterolo HDL, quello definito "buono" in virtù della sua azione positiva nel prevenire e ridurre la chiusura e l'indurimento delle arterie, contribuendo così a evitare lo sviluppo della sindrome metabolica. Altri nutrienti presenti nel latte e nei suoi derivati sono considerati mediatori di questo meccanismo: in particolare si tratta delle proteine, del lattosio, delle vitamine A e D, del calcio, del fosforo, del magnesio, del sodio e del potassio.

La seconda evidenza è che i valori della glicemia e della pressione arteriosa si fanno via via più bassi mano a mano che aumentano i consumi di prodotti lattiero-caseari, in particolre dopo le 4 porzioni giornaliere di prodotti lattiero-caseari. A questi livelli di consumo le donne evidenziano anche valori più bassi di colesterolemia.