27 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Gli uomini hanno più senso dell’orientamento

Senso dell’orientamento? E’ maschio

Grazie al testosterone, gli uomini pare abbiano più senso dell’orientamento delle donne. Lo studio che, forse, spiega perché lei spesso non sa ritrovare la strada

NORVEGIA – E’ un luogo comune che le donne non sappiano orientarsi o c’è del vero? La domanda se la sono posta i ricercatori della Norwegian University of Science and Technology (Ntnu) di Trondheim, che poi hanno cercato di dare una risposta. Hanno così scoperto che gli uomini in effetti hanno un maggior senso dell’orientamento, ma non sarebbe del tutto merito loro bensì del testosterone.

Questione anche di ormoni
Gli uomini non sarebbero dotati di una vera e propria bussola interiore, ma semplicemente di un qualcosa in più delle donne: un ormone chiamato testosterone. E sarebbe questo che, almeno in parte, rende migliori le capacità di orientarsi. Difatti, quando i ricercatori hanno somministrato una goccia di testosterone alle donne partecipanti allo studio, hanno scoperto che le loro performance nel senso dell’orientamento miglioravano. C’è tuttavia da sottolineare che i maschi, quando si tratta di orientarsi, utilizzano diverse aree del cervello e altri parametri di valutazione rispetto alle donne. Vediamo come.

Strategie diverse
Quello che i ricercatori hanno appurato è che in linea generale i 2 sessi utilizzano diverse strategie di orientamento. Durante i testi condotti con un labirinto virtuale, i maschi hanno risolto il 50% di compiti in più rispetto alle donne. La risonanza magnetica per immagini (MRI) usata sui partecipanti ha rivelato che gli uomini usano in misura maggiore i punti cardinali. Questo renderebbe un vantaggio perché, secondo i ricercatori, sono più flessibili e meno dipendenti dal punto di partenza. «Per raggiungere un edificio, per esempio, gli uomini si dirigono genericamente verso la direzione in cui si trova – spiega il dott. Carl Pintzka, coautore dello studio – Le donne invece tendono a orientarsi strada facendo, per esempio «dritto superando il parrucchiere e poi a destra dopo il negozio»».

Diverse aree
Anche il cervello di maschi e femmine lavora in modo diverso. Per esempio, i primi tendono a sfruttare di più l’ippocampo, mentre le donne le zone frontali. «Questo è in sintonia con il fatto che l’ippocampo serve per i punti cardinali – commenta Pintzka – Nell’antichità, gli uomini erano cacciatori e le donne raccoglitrici. Pertanto, i nostri cervelli probabilmente si sono evoluti in modo differente. Per esempio, altre ricerche hanno documentato che le donne riescono meglio degli uomini a trovare localmente gli oggetti. In termini semplici, sono più veloci a scovare le cose in casa, mentre i maschi riescono meglio a trovare la casa».

Un aiuto nell’Alzheimer
I risultati della ricerca potrebbero avere implicazioni nella lotta alla malattia di Alzheimer. Non a caso, come sottolineano gli autori dello studio, perdere il senso dell’orientamento è anche uno dei primi sintomi di questa malattia. «Quasi tutte le malattie legate al cervello sono diverse negli uomini e nelle donne, sia nel numero di individui colpiti, sia nella severità – fanno notare gli scienziati – Probabilmente c’è qualcosa che protegge o danneggia le persone di un sesso. Poiché sappiamo che le donne con diagnosi di Alzheimer sono il doppio rispetto agli uomini, ci potrebbe essere qualcosa di nocivo legato agli ormoni sessuali». Conoscere dunque come e quali aree cerebrali utilizzano uomini e donne per spostarsi nello spazio, potrà offrire ai ricercatori una migliore comprensione dello sviluppo della malattia.