28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
Farmaco

L'analgesico del futuro è senza effetti collaterali

Il nuovo farmaco si basa su una sostanza antidolorica prodotta dall'organismo umano

ROMA - Un nuovo farmaco analgesico senza effetti collaterali sul sistema nervoso centrale realizzato a partire da una sostanza antidolorifica prodotta dall'organismo umano, l'anandamide, per il trattamento di dolori periferici: è l'obiettivo descritto in uno studio di Nature Neuroscience da un gruppo di ricerca internazionale formato dal Dipartimento Drug Discovery and Development (D3) dell'Istituto Italiano di Tecnologia, dall'Università della California Irvine (Usa), dall'Università della Georgia (Usa) e dalle Università di Urbino e di Napoli «Federico II», secondo cui la sostanza sarebbe in grado, oltre che di produrre effetto analgesico a livello del sistema nervoso centrale, come dimostrato da studi precedenti, di agire anche a livello periferico. L'anandamide è una sostanza che fa parte della classe degli endocannabinoidi, chiamati in questo modo in quanto il principio attivo della cannabis, il tetrodirocannabinolo (THC), ne mima gli effetti.

Gli endocannabinoidi regolano una varietà di funzioni fisiologiche, tra cui la fame e la risposta allo stress, e alcune patologie, tra cui il dolore, la depressione, l'ansia e l'obesità. Il gruppo di studio ha dimostrato che, nel momento in cui avviene un danneggiamento dei tessuti, la quantità di anandamide aumenta nel sito danneggiato e, attraverso l'attivazione dei recettori per gli endocannabinoidi CB1, è in grado di limitare il dolore coinvolgendo limitatamente cervello e midollo spinale.

«La nostra intuizione - spiega Daniele Piomelli, a capo del Dipartimento D3 - è stata che l'anandamide avesse anche attività nel sistema nervoso periferico e che, quindi, si potesse agire su di essa senza coinvolgere il cervello. Di fatto, questo apre la strada alla realizzazione di una classe di farmaci antidolorifici di concezione assolutamente innovativa, senza effetti collaterali centrali, come la sedazione o il rischio di dipendenza. Inoltre, la scoperta della capacità del corpo umano di limitare la trasmissione degli impulsi di dolore al cervello direttamente dal sito specifico del danno apre nuove prospettive alla nostra comprensione dei meccanismi fisiologici che regolano il dolore».