19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Trent’anni, stretto legame con la genitrice, stressato e disorientato dalle coetanee rampanti

A temere di più il matrimonio sarebbero i mammoni

L'ombra della mamma che imperversa fino a tarda età comporta il rischio di far diventare il sesso un problema

Sembra da un sondaggio che siano i mammoni a temere maggiormente il matrimonio, non solo perché comporta il distacco dalla genitrice ma soprattutto perché l’ombra della mamma che imperversa fino a tarda età comporta il rischio di far diventare il sesso un problema. Infatti secondo il sessuologo Emmanuele Jannini dell’Università de L’Aquila, l’identikit del maschio più a rischio di cilecca è quello del mammone: trent’anni, stretto legame con la genitrice, stressato e disorientato dalle coetanee rampanti.

In sostanza i mammoni avrebbero paura del confronto costante con l’altro sesso come avviene nel matrimonio che è oggi l’istituzione più discussa cui vengono dedicati studi, ricerche e siti «Ragionare d’amore» sembra impossibile. Dalle ricerche emerge un panorama contraddittorio. Da una parte ci sono i dati di un’indagine svolta da una delle tante riviste secondo cui il romanticismo e la dichiarazione d’amore sarebbero considerati «roba vecchia». Le cose più temute dai giovani (perlomeno fino ai 25 anni d’età) sono, secondo l’indagine, «il matrimonio, la fedeltà e i figli».

Dall’altra c’è però il Daily Telegraph che, in un articolo, dice che il «matrimonio», inteso come unione d’amore civile e di fatto, fa bene alla salute. L’articolo evidenzia le affermazioni del Prof. King dell’ University College of London, coautore di uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Epidemiology and Community Heath, secondo cui avere un partner stabile, far parte di una coppia monogamica vale a dire, migliorerebbe la salute mentale e fisica delle persone, riducendo il rischio di alcolismo, malattie cardiache e malattie venereee. Lo studio suggerisce che tutte le coppie possono trarre questi benefici dalle partnerships durature.

Ed allora perché mai, ritornando all’indagine svolta tra mille ragazzi e ragazze tra i 18 e i 25 anni, i giovani sarebbero tanto avversi alle dichiarazioni d’amore e alla scelta di un partner per delle sue caratteristiche esclusive, quindi a una relazione stabile, basata sull’affetto, la presenza, la dedizione e la cura? L’immaturità affettiva va sicuramente di moda. Non è vista come un difetto, anzi come prerogativa di gioventù, anagrafica e psichica. Chi non vuole rimanere giovane? Eppure c’è qualcosa di distruttivo in questa immaturità che con l’andare del tempo può portare alla ricerca della promiscuità. L’orrore del «legame» sarebbe, stando a taluni studiosi, il riflesso speculare dell’ideale della coppia monogamica, dell’unione che dovrebbe dare protezione e assistenza che é alla base della famiglia.