29 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Ne danno notizia l'Economist e il sito di Nature

Nuova scoperta: con il benessere nascono più bambini

I demografi hanno incrociato tasso fertilità e indice sviluppo

ROMA - Uno dei paradossi della biologia umana è che nei paesi ricchi si fanno meno figli che in quelli poveri. Ma secondo un nuovo studio - di cui danno notizia l'Economist e il sito di Nature - quando un Paese raggiunge livelli di sviluppo elevati, la natalità riprende a crescere. Nella ricerca, condotta da Francesco Billari dell'università Bocconi, e da Hans Peter Kohler e Mikko Myrskyla della University of Pennsylvania - emerge come alcuni Paesi sviluppati abbiano già da anni invertito la tendenza alla riduzione della popolazione.

Per 107 paesi i demografi hanno messo in relazione il tasso di fertilità con l'«indice di sviluppo umano«, un indicatore utilizzato dall'Onu che tiene conto della speranza media di vita, del reddito medio e del livello di istruzione. Secondo gli studiosi, quando l'indice di sviluppo umano supera lo 0,86, il tasso di fertilità ricomincia a prendere quota. E in alcuni paesi con un alto indice di sviluppo (intorno allo 0,95) - come Stati Uniti, Francia e Islanda - questo tasso si sta ora avvicinando all'obiettivo dei due figli per donna e la conseguente sostenibilità demografica.

Un importante passo in avanti, se si pensa che negli anni Settanta nessun paese si avvicinava nemmeno lontanamente a un indice di sviluppo uguale a 1 (massimo livello possibile), mentre il migliore era il Canada (0,89). Con un tasso di 1,35 figli per donna, l'Italia è al ventinovesimo posto nella classifica dei figli per donna. «Per noi l'anno della svolta è stato il 1994 quando abbiamo raggiunto un indice di sviluppo umano pari a 0,892» ha spiegato Billari, intervistato dal Corriere.it.

In quindici anni il nostro Paese è così risalito rispetto a un tasso negativo di 1,2 figli per donna fino ai livelli attuali. Quanto alle eccezioni, ci sono Giappone, Corea e Canada dove nonostante l'alto tasso di sviluppo umano la crescita demografica non accenna a riprendere. In Giappone, per esempio, l'indice ha superato lo 0,94 ma il tasso di fertilità resta fermo a 1,26 figli per donna.