Il sindaco che disobbedisce a Salvini: «Non manderò i vigili a fare la guerra ai poveri»
Il primo cittadino del comune leccese di Racale pronto a disobbedire al piano 'Spiagge sicure' del ministro dell'Interno. Ecco il testo della sua lettera al Viminale

RACALE (LECCE) - Ha preso carta e penna e ha buttato giù una lettera. Destinatario, il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il sindaco di Racale, comune in provincia di Lecce, ha deciso così di palesare la sua 'disobbedienza' al piano Spiagge sicure approntato dal Viminale per arrivare a una stretta a quelli che Salvini ha definito «vu cumprà e rompipalle». Donato Metallo, sindaco della città di Racale, ha annunciato che non manderà i vigili del comune «a pattugliare le spiagge ed a sanzionare i venditori ambulanti, i ‘vu cumprà’ come li chiama qualche suo Senatore». Il motivo? I vigili «hanno altro da fare, più importante, più giusto. Sono lì a prevenire i reati ambientali, grandi e piccoli, sono lì a fornire aiuto a cittadini e turisti, sono lì a mandare via i parcheggiatori abusivi (quasi sempre italiani ed affiliati alla malavita, però quelli per voi signor Ministro non sono un problema), sono lì a evitare incidenti», scrive il sindaco.
La lettera a Salvini
«I miei vigili» si legge nella lettera del sindaco di Racale «molto spesso sono ragazzi che lavorano solo per 18/24 ore alla settimana, sono quelli che tra mille difficoltà portano avanti famiglie ed hanno figli piccoli da crescere, sono uomini e donne che fanno sacrifici e capiscono il concetto di bisogno e difficoltà,non li manderò, signor Ministro, a fare la guerra ai poveri». E «la guerra fra poveri non ci appartiene, abbiamo sempre diviso il tozzo di pane e versato il vino, messo una sedia di più a tavola».
Il richiamo ai '49 milioni della Lega'
«Signor Ministro» si legge ancora, «la legalità non la preserviamo non facendo vendere un accendino o una collanina o cocco e mandorle, la rispettiamo ogni giorno noi sindaci in tanti e difficili modi, mettendoci contro la malavita e facendoci bruciare la macchina, denunciando le tangenti ed i grandi evasori, spiegando casa per casa come si fa la differenziata, portando i bambini alle giornate ecologiche, costruendo parco giochi inclusivi e nuove biblioteche, creando scuole di teatro comunali, garantendo scuole sicure». Quindi, l'appello: «Signor Ministro, la legalità si garantisce restituendo i soldi rubati, mandando a casa i condannati e chi le scrive è un garantista ma non a fasi alterne».
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