25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Caso Alpi-Hrovatin riaperto

Omicidio Alpi, il superteste ritratta. L'autista era «inaffidabile»

Da 16 anni il somalo Omar Hassan Hashi è dietro le sbarre per il duplice omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Due le testimonianze ad incastrare Hashi, ma entrambe fanno acqua

ROMA – Il testimone autista della troupe che riconobbe Hashi era «una persona non affidabile e che farebbe qualsiasi cosa per sopravvivere». A dirlo è Giuseppe Cassini, ex ambasciatore italiano, in Somalia il 20 maro 1994, quando la giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e l'operatore Miran Hrovatin venivano brutalmente assassinati. Per il duplice omicidio da sedici anni è dietro le sbarre Omar Hassan Hashi. «Io non darei un soldo bucato alle testimonianze di Abdi perchè è un bantu: non è una persona affidabile, farebbe qualsiasi cosa per sopravvivere», afferma Cassini, che fa sì dunque che la testimonianza dell'autista che accusa Hashi non sarebbe attendibile. Le nuove rivelazioni arrivano dalla testimonianza dell'ex diplomatico alla Commissione parlamentare d'inchiesta resa in seduta segreta nell'ottobre 2004.

Gelle e i servizi italiani
Per condannare Hashi sono bastate due prove, che cadono oggi per l'inconsistenza dell'accusa di Abdi che si somma a quella di Ahmed Alì Rage, meglio conosciuto come Gelle, principale testimone dell'accusa. Gelle ham infatti, ritrattato la sua testimonianza, dichiarando che sarebbe stato pagato dai servizi italiani per dichiarare il falso, in modo da chiudere velocemente il caso di due giornalisti ammazzati perché avevano indagato e scoperto qualcosa che non sarebbe dovuto venire a galla.

Le dichiarazioni a «Chi l'ha visto»
Ahmed Alì Rage aveva già parlato, il 18 febbraio 2015, a «Chi l'ha visto». Nella trasmissione della Sciarelli, Gelle aveva detto che il 20 marzo 1994 non era a Mogadiscio, non aveva assistito alla morte dei due reporter. Quella testimonianza era stata pilotata. Gelle dichiarava in quell'occasione di essere stato pagato per affermare che Hashi faceva parte del commando che ammazzò Ilaria e Miran.

Il processo di revisione per Hashi
Il pm Elisabetta Ceniccola – titolare dell'inchiesta sul duplice omicidio –, alla luce delle dichiarazioni di Ahmed Alì Rage a «Chi l'ha visto», ha chiesto alle autorità britanniche di poter ascoltare l'uomo. Gelle, infatti, subito dopo la testimonianza, avvenuta nel 1997, è «sparito» dall'Italia, trasferendosi nel Regno Unito. Il pm romano Ceniccola ha ottenuto un interrogatorio con il supertestimone somalo per chiarire le dichiarazioni fatte al programma di Rai3 e, in particolare, la ritrattazione delle accuse nei confronti di Hashi. Proprio questo ha permesso di riaprire il caso e ha determinato il processo di revisione per Hashi.