Incidente Tarragona, Elisa Scarascia Mugnozza torna a Roma
Studiava medicina al Sant'Andrea e a ottobre si sarebbe laureata. Elisa torna a casa e gli amici e i compagni dell'università si stringono attorno al dolore della famiglia celebrando una messa nella cappella del Sant'Andrea.

ROMA – Elisa Scarascia Mugnozza è tornata a Roma. La giovane studentessa romana rimasta vittima dell'incidente in Catalogna di sabato scorso è rientrata nella sua città. Ad accogliere il corpo di Elisa e quello di Serena Saracino, studentessa torinese, è stato il ministro dell'Istruzione Università e Ricerca Stefania Giannini.
Lutto nell'università, a Torino come a Roma
I corpi senza vita delle due giovani studentesse sono giunti all'aeroporto Arturo Dall'Oro, dove i familiari hanno chiesto ai giornalisti e ai fotografi presenti di tenersi a distanza, senza sporcare un momento di intimità come è quello che vede un genitore accogliere un figlio senza vita. Anche le rispettive università delle giovani vittime hanno scelto di rispettare il dolore delle famiglie e di sospendere le lezioni. A Torino, dove Serena studiava Farmacia, le lezioni si sono fermate in segno di lutto. Il presidente del corso di laurea, Emilio Carbone, ha spiegato che «Molti ragazzi mi hanno scritto per raccontarmi il loro choc e abbiamo pensato che fosse giusto sospendere i corsi in segno di rispetto di Serena e per permettere ai suoi compagni di affrontare questa tragedia».
Una messa al Sant'Andrea per Elisa
Anche a Roma, dove Elisa studiava medicina presso l'università La Sapienza, il tempo si ferma e conoscenti e compagni si stringono attorno al dolore dei familiari della studentessa. Presso la Cappella dell'ospedale Sant'Andrea, dove la giovane studiava in vista della laurea che avrebbe conseguito il prossimo ottobre, si è celebrata una messa in ricordo di Elisa. Un minuto di silenzio e lezioni sospese anche in Sapienza, per volere del rettore dell'Università Eugenio Gaudio. Proprio in occasione della messa al Sant'Andrea, Gaudio si è rivolto ai tanti studenti presenti, invitandoli a spingersi oltre, «dando un senso a questa perdita incomprensibile, inspiegabile: la vostra quotidianità vi porta a contatto con la sofferenza e purtroppo anche con la morte, il modo migliore per onorare la memoria di Elisa è ricordarla ogni volta che vi viene affidata una persona malata, da trattare con la stessa cura che riservereste ai vostri amici più cari».