19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Giornata contro la violenza sulle donne

Mara Mucci (M5S): «Sul Piano Antiviolenza, si sa ancora troppo poco»

Per il Piano Antiviolenza sarebbero stati stanziati, tra il 2013 e il 2015, 27 milioni di euro, ma sulle tempistiche della sua stesura e della sua attuazione si sa ancora ben poco. E intanto, i casi di violenza aumentano.

ROMA -  Ieri, si è celebrata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: un'occasione non soltanto per ricordare le tante vittime della violenza, ma anche per portare avanti una battaglia che deve giocarsi, sempre di più, sul piano delle istituzioni e della legislazione in materia. Di questo avviso, la deputata cinque stelle Mara Mucci, prima firmataria di un'interrogazione parlamentare presentata ieri alla Camera, per verificare la reale attuazione del «Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere».

L'INTERROGAZIONE DI MARA MUCCI - Per tale Piano, sono stati stanziati «10 milioni di euro per il 2013, 7 milioni di euro per l'anno 2014 e 10 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2015". Secondo Giovanni Martelli, responsabile del dipartimento delle pari opportunità, «il piano è stato costruito in modo partecipato, attraverso tavoli tematici e si compone di azioni significative che partono dalla prevenzione della violenza sulle donne, attraverso educazione e informazione, passando dalla valutazione di rischi, dal monitoraggio del fenomeno attraverso un Osservatorio su cui chiederemo la collaborazione dell'Istat, fino ad arrivare alla presa in carico e al reinserimento sociale della vittima di violenza».

ALL'ORDINE DEL GIORNO DA GIUGNO - Certo è che già il 13 giugno scorso, un gruppo di deputati del Pd, capeggiati da Fabrizia Giuliani, avevano presentato un'interpellanza proprio sul medesimo argomento. Lì, si sottolineava l'importanza della «contribuzione finanziaria con fondi europei», che avrebbe «sostenuto sia direttamente (come il progetto Daphne contro la violenza sulle donne datato di 116,85 milioni di euro e che ha finanziato anche una parte importante delle attività dei centri antiviolenza in Italia) che indirettamente (attraverso i piani operativi regionali e la programmazione nazionale) la maggior parte dei progetti regionali e provinciali per il contrasto della violenza sulle donne». Non solo: si faceva riferimento ai nuovi strumenti introdotti nel nostro ordinamento per contrastare la violenza di genere, culminari nella ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. I nuovi provvedimenti in materia - sottolineavano gli interpellanti - demandavano al Ministro per le pari opportunità «il compito di elaborare un piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, in sinergia con la nuova programmazione dell'Unione europea per il periodo 2014-2020», destinando alla lotta alla violenza un fondo di circa 10 milioni di euro per l'anno 2013. Insomma, l'interpellanza di giugno chiedeva «se il Governo non ritenga opportuno, alla luce dei moniti espressi a più riprese dall'Unione europea e vista la drammaticità dei dati esposti in premessa, di procedere con la massima urgenza all'erogazione delle somme predette» e «se non ritenga, altresì, di doversi attivare con la massima sollecitudine, anche alla luce del ruolo chiave ricoperto dal nostro Paese in occasione della ratifica della Convenzione di Istanbul, convocando i necessari gruppi di lavoro, per dare un impulso concreto allo sviluppo del piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, di cruciale importanza per la piena attuazione degli strumenti giuridici già citati».

IL PARLAMENTO VARI IL PIANO ANTIVIOLENZA - La nuova interrogazione di ieri presentata da Mara Mucci sembrerebbe testimoniare come, in questi mesi, non troppi passi avanti siano stati compiuti. I deputati, infatti, chiedono «se risponda al vero che il dipartimento delle pari opportunità stia lavorando al piano nazionale antiviolenza sulle donne; se il dipartimento delle pari opportunità abbia rispettato le linee guida del Consiglio d'Europa nella redazione del Piano Nazionale antiviolenza; se ed in quale tempistica il dipartimento delle pari opportunità intenda sottoporre al Parlamento e alla società civile la prima stesura del piano nazionale antiviolenza sulle donne, secondo i precisi obblighi derivanti dalla ratifica della CEDAW e della Convenzione di Istanbul; se intenda chiarire quante siano effettivamente le risorse stanziate e quali le politiche integrate, le misure e i programmi (inclusi quelli svolti da organizzazioni non governative e dalla società civile) individuati per prevenire e combattere tutte le forme di violenza contro le donne». Insomma,ancora molte sono le questioni aperte, nel merito della questione. E urgenti, indubbiamente, le risposte da fornire, per poter evitare, il prima possibile, di piangere, ancora, altre donne barbaramente violate.