18 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Il ricordo

Boldrini: «Berlinguer incarnava l'idea alta della politica»

Durante la presentazione del libro «Enrico Berlinguer a 30 anni dalla morte», la presidente della Camera, Laura Boldrini, ricorda la sua memoria: «Fu molto più di un leader di partito. Ha incarnato l'idea alta e pulita della politica».

ROMA -  Colpisce quanto «la figura di Berlinguer sia ancora, dopo tanti anni, circondata di affetto e quanto il suo ricordo susciti commozione», ha dichiarato la presidente della Camera, Laura Boldrini, durante la presentazione del libro 'Enrico Berlinguer a 30 anni dalla morte'.

Berlinguer incarnava l'idea alta della politica - «Continuo a pensare - ha sottolineato - che questa sia una cosa rara nei confronti di un esponente politico, specie di questi tempi, e sia dovuta innanzitutto al fatto che per tanti italiani Berlinguer ha incarnato una idea alta e pulita della politica, come servizio alla collettività. Ha rappresentato e difeso valori semplici ed essenziali, valori di onestà e rigore morale, che ancora oggi sono centrali nel dibattito politico. Ha dimostrato che ci si deve impegnare non per interesse personale ma per corrispondere ai propri convincimenti, ai propri ideali».

C'é nostalgia per una politica animata di passione e impegno civile - «Non so dire quanto pesi, nel ricordo commosso della figura di Berlinguer, anche un sentimento di nostalgia verso un'epoca passata in cui la politica suscitava tanta partecipazione ed era animata da grandi passioni civili. Non so dirlo perché - ha proseguito Boldrini - non ho vissuto da militante quella fase storico-politica. E poi sono sempre abbastanza prudente di fronte alla tentazione di voltare la testa indietro e dipingere certe fasi storiche come fossero l'età dell'oro».

Fu molto più di un leader di partito - «Fu un capo amato e apprezzato dal suo partito, ma non fu mai settario e impegnò tutta la sua forza politica - ha aggiunto -nella costruzione di questa ampia unità democratica: perché questo era l'unico modo per far fronte comune e uscire da una terribile minaccia contro lo Stato. In questo senso fu molto più che un leader di partito. E per questo, in occasione dei suoi funerali, ricevette un omaggio così sentito, senza precedenti, da milioni di italiani che dimostrarono il loro affetto e la loro partecipazione per quella perdita».

Non furono anni dorati - «In verità - ha osservato - non furono anni dorati. Certamente, gli anni in cui Berlinguer fu Segretario del Pci furono un periodo di grande partecipazione popolare, di straordinarie mobilitazioni giovanili e della irruzione sulla scena pubblica dei movimenti femministi. Anni in cui si realizzarono importanti riforme sociali e civili. Ma furono anche gli anni della guerra fredda e del mondo pericolosamente diviso in due blocchi. Per noi, gli anni del terrorismo e di una sanguinosa scia di violenza politica che segnò drammaticamente il Paese ed ebbe un peso sulla formazione della mia generazione. Ero adolescente, e ricordo che ogni giorno c'era l'ansia di quello che sarebbe successo, di quale altro servitore dello Stato sarebbe stato ucciso; ci si chiedeva, da ragazzini: 'ce la faremo, sarà lo Stato capace di tenere, oppure vinceranno i terroristi?' Non c'erano certezze, era un tempo difficile. Noi oggi abbiamo il nostro daffare, ma quando penso a quei tempi lì, a cosa dovesse essere in quel momento avere dei ruoli istituzionali, a quanta angoscia ci dovesse essere nel prendere delle decisioni, penso che noi ce la possiamo fare, se loro ce l'hanno fatta».