19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Giustizia

Processo Militia, Boccacci insulta Alemanno

Scontro in aula tra l'ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, e il leader della formazione estremista, sotto processo con altri sei per associazione a delinquere, violazione della legge Mancino, diffusione di idee fondate sull'odio razziale e etnico, apologia del fascismo, deturpamento di cosa altrui, procurato allarme, minacce alle istituzioni e ai loro rappresentanti

ROMA - Scontro in aula tra l'ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, e Maurizio Boccacci, leader della formazione Militia, sotto processo con altri sei per associazione a delinquere, violazione della legge Mancino, diffusione di idee fondate sull'odio razziale e etnico, apologia del fascismo, deturpamento di cosa altrui, procurato allarme, minacce alle istituzioni e ai loro rappresentanti. Alemanno, rispondendo alle domande del pm Luca Tescaroli, ha spiegato: "Notoriamente Boccacci è uno che va fuori le righe facendo pessime esternazioni dal punto di vista ideologico". A quel punto l'imputato ha ribattuto: "Io vado fuori le righe ma lui è un'infame... Te sei un'infame. Se lui offende io lo offendo. Mortacci sua". Il presidente del collegio, a questo punto, ha invitato Boccacci a fare silenzio, facendo proseguire Alemanno. 

I RAPPORTI FRA ALEMANNO E GLI ESTREMISTI - Alemanno davanti ai giudici della II sezione ha spiegato: "Con Boccacci eravamo nel Fronte della Gioventù. Io allora ero segretario. Avevamo rapporti legati alla militanza. Poi ci fu una rottura sulla linea politica e lui si collocò nel fronte dei movimenti extraparlamentari e le nostre strade si sono separate". Rispetto alle scritte e agli striscioni con offese l'ex sindaco ha commentato: "Mi sono sembrate più una manifestazione sottoculturale e folcloristica che un atto di minaccia. Quando si vuole minacciare una persona non si fanno scritte in strada. Mi sono sentito offeso più che minacciato. Non ho avuto paura perché furono scritte fuori dalle righe e ridicole".

ODIO RAZZIALE ED ETNICO - In merito alle attività della sua amministrazione Alemanno ha sottolineato: "Come Comune di Roma abbiamo continuato nel progetto del museo della Shoah e quello dei 'viaggi della memoria' ad Auschwitz od in altre località. La cultura della 'memoria' fa parte della tradizione della città e con Riccardo Pacifici (presidente della comunità ebraica di Roma) ho avuti un normale rapporto di collaborazione istituzionale e gli ho espresso solidarietà nel caso di espressioni di antisemitismo o fatti tragici che potevano riguardare la comunità". I fatti oggetto del processo sono avvenuti dal settembre 2008 allo stesso mese del 2011. Secondo la ricostruzione del pm Luca Tescaroli gli imputati "in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso diffondevano mediante la rivista bimestrale, sia con striscioni, scritte murarie e manifesti, sia con riunioni e volantinaggio, idee fondate sull'odio razziale ed etnico".