20 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Politica & Inchieste

Arrestato Oscar Lancini, il sindaco di Adro

Manette ai polsi del primo cittadino, del segretario comunale e dell'assessore ai Lavori del paese in provincia di Brescia e ad alcuni imprenditori. Accusati a vario titolo di peculato, abuso d'ufficio, falso, turbata libertà degli incanti aggravata

BRESCIA - Il sindaco di Adro (Brescia), Oscar Lancini (Lega Nord), il segretario comunale Carmelo Bagalà, l'assessore ai Lavori pubblici Giovanna Frusca, altri tre tra funzionari e alcuni imprenditori locali sono stati posti agli arresti per una maxi-inchiesta sulla cosiddetta «area feste» del Comune bresciano. In tutto gli indagati dalla Procura di Brescia sono 23. Il Paese è divenuto celebre nel 2010 per la decisione del sindaco di tappezzare la scuola media con 700 riproduzioni del Sole delle Alpi (il simbolo della Lega, ndr).

IL SINDACO E IL SOLE DELLE ALPI - Le accuse contestate a vario titolo sono peculato, abuso d'ufficio, falso, turbata libertà degli incanti aggravata. Da quanto è possibile apprendere la vicenda sarebbe emersa dopo l'episodio della scuola media del paese dedicata dal sindaco del Carroccio a Gianfranco Miglio, ideologo del partito. A distanza di tre anni, il 25 ottobre 2013, la Corte dei Conti ha condannato Lancini insieme alla sua giunta al risarcimento di 10mila 500 euro per le spese legali sostenute dal Comune nell'ambito di quella vicenda.

IL SINDACO E LA MENSA - Il sindaco del Carroccio balzò agli onori della cronaca nel 2010, per aver negato la mensa ai bambini della scuola elementare del suo paese, l'istituto comprensivo Gianfranco Miglio, i cui genitori non erano in regola per il pagamento, e per la vicenda dei simboli leghisti, il Sole delle Alpi, disseminati per l'intero edificio scolastico

L'AREA FESTE DEL COMUNE - L'attività investigativa dei carabinieri di Brescia, avviata lo scorso anno e condotta attraverso l'utilizzo di intercettazione telefonica ed ambientale, servizi di osservazione e controllo, nonché acquisizione documentale effettuata presso l'Ente comunale, ha consentito di comprovare come gli indagati, a vario titolo, avessero «utilizzato crediti che il Comune di Adro vantava nei confronti di imprenditori locali, derivanti da oneri di urbanizzazione e standard qualitativi a scomputo, per finanziare un'opera pubblica, una area feste sita in quella via Indipendenza, dal valore complessivo superiore al milione di euro, affidandone, mediante accordi collusivi e mezzi fraudolenti volti ad evitare i previsti bandi di gara, direttamente l'esecuzione ad imprenditori vicini al primo cittadino». Sarebbe poi stato attestato falsamente, mediante la verbalizzazione di delibere di Giunta, la completa gratuità ed urgenza della realizzazione della citata opera, in realtà onerosa per l'Amministrazione comunale.

ACCORDI COLLUSIVI - Tutto si sarebbe sviluppato -secondo gli investigatori - per mezzo di «accordi collusivi, una turbativa d'asta in relazione all'aggiudicazione di un'area comunale, nel frattempo deliberata ed inserita nel patrimonio alienabile di quell'Amministrazione, in favore di un imprenditore locale».