20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Morto a 93 anni

E' morto Emilio Colombo. Addio all'ultimo «padre costituente»

Colombo era nato a Potenza nell'aprile del 1920. Nella sua lunga carriera politica e istituzionale, sempre interna alla Democrazia Cristiana dalla sua fondazione al suo scioglimento

ROMA - «Un altro grande protagonista della storia italiana ci ha lasciato. Collaboratore di De Gasperi, uomo di governo illuminato e trasparente, europeista apprezzato in tutto il mondo, Emilio Colombo già presidente del Parlamento europeo e dell'Internazionale democratica cristiana ha testimoniato fino all'ultimo nel Senato della Republlica la sua dedizione per le Istituzioni e per l'Italia. Lo ricordo con commozione ed affetto». Lo ha affermato il leader Udc Pier Ferdinando Casini, ricordando il senatore a vita Emilio Colombo morto nella tarda serata di ieri a Roma a 93 anni, ultimo dei padri costituenti ancora in vita.

Colombo era nato a Potenza nell'aprile del 1920. Nella sua lunga carriera politica e istituzionale, sempre interna alla Democrazia Cristiana dalla sua fondazione al suo scioglimento, è stato presidente del Consiglio, ministro degli Esteri, ministro del Tesoro, dell' Agricoltura, dell'Industria, del Commercio. Ed era stato nominato senatore a vita nel 2003 dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. E proprio nel 2003, poco dopo i laticlavio, a seguito della sua chiamata in causa in un'inchiesta per fatti di droga da cui uscì senza conseguenze, Colombo ammise pubblicamente di aver fatto uso di cocaina «per uso terapeutico». «Nella vita di ogni persona - disse- si tenta di inviare dei messaggi positivi. Tra quelli negativi, da parte mia, c'è questo episodio. Per il quale oggi, in piena onestà, mi sento di dover chiedere scusa al Paese. Sì, di chiedere scusa». La sua ultima uscita pubblica è stata la presidenza del Senato nella prima seduta di questa legislatura conclusasi con la proclamazione da parte di Colombo di Pietro Grasso quale nuovo presidente del Senato.

Colombo ha partecipato attivamente alla transizione della Democrazia Cristiana nel nuovo Partito Popolare Italiano di Mino Martinazzoli, avvenuta nel 1994. In occasione del primo congresso del partito, nel luglio del 1994, è stato tra i principali sostenitori della segreteria di Rocco Buttiglione. Tuttavia nel 1995 nella querelle che divise il PPI tra i favorevoli ad un'alleanza di centrodestra con Berlusconi (guidata dal segretario Rocco Buttiglione) e i favorevoli ad un'alleanza col centrosinistra con Prodi (guidata da Gerardo Bianco e dal presidente Giovanni Bianchi), egli aderì alla linea di Gerardo Bianco, prendendo le distanze da Buttiglione.

Pur senza incarichi di partito e uscito dal Parlamento dall'agosto 1992 (le sue dimissioni si resero necessarie perché in quell'occasione la Segreteria della DC stabilì l'incompatibilità tra la carica di ministro e quella di parlamentare), militò nel PPI fino al 2001, quando abbandonò il partito in polemica con la dirigenza che non gli aveva riservato un collegio al Senato per le elezioni politiche del 2001. Passò quindi a Democrazia Europea di Sergio D'Antoni che lo candidò al Senato in un collegio della Basilicata, dove tuttavia non venne eletto. Dal 1986 al 2003 è presidente dell'Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente fondatore della Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 1993 al 1995 è presidente dell'Internazionale Democratico-Cristiana. Nel 2006 Colombo sostenne con il suo voto il secondo governo Prodi.