29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Mobilità | Roma

Taglio estivo autobus, per i romani carnaio e ritardi

Da lunedì scorso è scattata la seconda riduzione di orario per il periodo estivo, dopo quella di metà luglio, di mezzi pubblici della Capitale, autobus e tram, gestiti dall'Atac. Questo in seguito al contratto di servizio tra Atac e Campidoglio che prevede modalità di orario ridotte nel periodo estivo, e in particolare per tutto agosto

ROMA - Da lunedì scorso è scattata la seconda riduzione di orario per il periodo estivo, dopo quella di metà luglio, di mezzi pubblici della Capitale, autobus e tram, gestiti dall'Atac. Questo in seguito al contratto di servizio tra Atac e Campidoglio che prevede modalità di orario ridotte nel periodo estivo, e in particolare per tutto agosto. Per i cittadini romani che restano in città, e quest'anno sono molti, causa la crisi, questo vuol dire armarsi di tanta pazienza e vivere a volte vere e proprie odissee, senza sapere a che ora si arriverà mai a destinazione e viaggiare in condizioni non certo degne della Capitale della terza economia dell'area euro. Quest'anno il taglio medio, secondo l'Agenzia per la mobilità, si aggira intorno al 20%, un po meno degli anni precedenti a causa di una serie di lavori che stanno toccando vari punti della città con una serie di ulteriori disagi.

CARNAIO - Il primo agosto alle 6.20 alla fermata del 409 di Roma Portonaccio, incrocio con via di Casal Bertone, si è costretti ad aspettare un autobus 35 minuti e quando arriva è un carnaio, in un momento in cui le temperature sono già elevate la mattina alle sei. Di gente ce n'è ancora tanta in città. La crisi morde e in periferia sono pochi quelli che possono permettersi di andare in ferie. Del resto poi il 409, che percorre una tratta ad altissima densità di popolazione, non è nuovo a disservizi, con motori in fiamme e cittadini costretti a scendere o anche pannelli interni che cadono su chi è seduto. L'autobus è stracolmo oltre che sporco. Si arriva alla stazione della metropolitana a Tiburtina, alle ore 7.14, dopo circa un'ora di attesa, per fare un tratto di strada che comprende tre sole fermate. Il piazzale degli autobus della Stazione poi, uno degli snodi fondamentali della città, è deserto: ci sono solo tre autobus in attesa di partire con tanta gente ferma che aspetta.
Entrati nella metro ci sono un centinaio di persone che aspettano la linea B. Altro carnaio, la metro arriva già stracolma. La gente che si asciuga il sudore. «Meglio rimanere a casa», commenta una signora. E un'altra: «non viviamo in un paese civile». E sono solo le 7.20 del mattino. Finalmente dopo sette fermate, pigiati come sardine in scatola, si arriva alla metro della fermata Colosseo costretti a mandare un messaggio in ufficio per comunicare il ritardo dopo essersi svegliati alle 5.00 in punto per arrivare puntuali, sapendo di avere un appuntamento importante la mattina presto.

NONOSTANTE L'AUMENTO DEI PREZZI - Stessa cosa in un altro punto della città, stessa ora. Autobus 628 fermata via Pannonia-Tracia, a Porta Metronia, tempo di attesa 31 minuti dalle 6.36 alle 7.01, per viaggiare poi come su un carro bestiame. Episodio analogo il giorno prima: tempi di attesa il pomeriggio da Largo Chigi per il 492 o il 71 oltre i 40 minuti.
Tutto questo senza considerare che da fine maggio sono scattati gli aumenti per il biglietto, passato da 1 euro a 1 euro e 50, e degli abbonamenti, rincari di cui Atac ha dato comunicazione con locandine affisse in vari punti della città con il testuale surreale messaggio: «Atac è lieta di annunciare». E maggior costo del biglietto dovrebbe significare migliore servizio.