27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Rinnovo vertici dell'Associazione dei Magistrati

Fumata grigia all'ANM, ma una Giunta unitaria è possibile

Il primo Comitato direttivo centrale dopo il voto, accento sui programmi. Le elezioni hanno sancito l'avanzata della minoranza interna «di centrodestra» con Magistratura indipendente passata da 9 a 11 seggi e il suo leader Cosimo Ferri di gran lunga il più votato fra gli eletti

ROMA - Nulla di fatto per i nuovi vertici dell'Associazione nazionale magistrati. Il primo Comitato direttivo centrale (Cdc) convocato dopo le elezioni si è concentrato sui programmi: in mancanza di una intesa fra le correnti, tutti dicono di non voler fare «una questione di nomi» per il nuovo presidente e la nuova Giunta esecutiva. Il Cdc è riconvocato il 24 marzo per provare a trovare una composizione unitaria, che tutte le correnti, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, ritengono necessaria. Per quella data forse, superate le schermaglie tattiche del dopo voto, i nuovi vertici saranno eletti.

Avanza Magistratura indipendente - Le elezioni dell'Anm hanno sancito l'avanzata della minoranza interna «di centrodestra» con Magistratura indipendente passata da 9 a 11 seggi e il suo leader Cosimo Ferri di gran lunga il più votato fra gli eletti. Ma la maggioranza uscente di centrosinistra (Unicost più Area, il cartello delle due correnti di sinistra Md e Movimenti), indebolita ma non umiliata dalle urne con 12 seggi per ciascuna lista nel nuovo Cdc, non è disponibile ad abiurare alla precedente gestione. «Il dato di affluenza - ha detto Piergiorgio Morosini, leader di Md - dimostra che la maggioranza dei magistrati si riconosce nell'Associazione». Quanto a Ferri, Per Valerio Fracassi, segretario di Movimenti, il suo successo si spiega con la strategia di presentarsi come «capolista», mentre gli altri hanno composto liste più articolate «costruite sui territori» E comunque, «il nostro è un sistema proporzionale e non mi pare che Mi sia risultata la lista più votata».

Matera: No ai Magistrati in politica che poi tornano in servizio - Marcello Matera di Unicost ha stigmatizzato le «strumentalizzazioni, le ipocrisie e le aggressioni verbali» della campagna elettorale e ha chiesto una convergenza «sui programmi»: questione morale, no ai magistrati in politica che poi tornano in servizio, stop alle «carriere parallele» e razionalizzazione degli incarichi «fuori ruolo». Il più votato di Unicost, Michele Ciambellini, ha rappresentato nel dibattito la diffidenza della corrente per la soluzione unitaria che pure sostiene: «La magistratura tutta ci chiede una Giunta unitaria ma su programmi e valori alti: no a un minimo comune denominatore», ha ammonito.