28 agosto 2025
Aggiornato 06:30
Nervosismo nel sindacato delle toghe

ANM, la neve blocca le elezioni

Il voto era previsto tra domenica 12 e martedì 14, il rinvio di una sola settimana, annunciato ieri sera agli iscritti dal presidente Luca Palamara dopo una consultazione con i componenti del Cdc, ha scatenato una ridda di polemiche interne a causa della coincidenza con il Ponte di Carnevale

ROMA - Bufera sull'Anm: bufera di neve, in senso letterale, perché l'emergenza maltempo ha costretto giovedì i vertici del sindacato delle toghe a rinviare le elezioni per il rinnovo del Comitato direttivo centrale (Cdc), il 'parlamentino' composto da 33 membri cui spetta eleggere la Giunta esecutiva e il presidente. Il voto era previsto tra domenica 12 e martedì 14, il rinvio di una sola settimana, annunciato ieri sera agli iscritti dal presidente Luca Palamara dopo una consultazione telematica con i componenti del Cdc, ha scatenato una ridda di polemiche interne a causa della coincidenza con il Ponte di Carnevale.
Per quelle giornate in alcune regioni le scuole chiudono e molti magistrati hanno già le ferie prenotate con prole al seguito. Così Palamara è stato costretto addirittura a riconvocare in fretta e furia il Cdc martedì prossimo, 14 febbraio, per ridiscutere la decisione: qualcuno ha chiesto di annullarla, e non era possibile perché a Roma gli uffici pubblici sono chiusi e la Cassazione inaccessibile non avrebbe consentito il lavoro di coordinamento dell'ufficio elettorale centrale, qualcun altro ha chiesto di rinviare ulteriormente l'apertura delle urne. Nelle mailing list dei magistrati non sono mancati gli accenti sarcastici sul rinvio, e qualcuno ha invitato l'Anm a «non coprirsi di ridicolo» e a non alimentare 'la disaffezione' delle toghe rispetto alla vita associativa. Al punto da costringere lo stesso Palamara a difendere la scelta in una lunga puntualizzazione diffusa a tutti gli associati.

In realtà, dietro il nervosismo c'è la grande incertezza sull'esito del voto (al quale per la prima volta partecipa una 'non corrente', la cosiddetta lista Proposta B degli indipendenti, caratterizzata da una spiccata polemica contro le degenerazioni delle correnti). Ma ci sono anche le perplessità suscitate nel Cdc di martedì scorso dalla richiesta (poi accantonata) di Marcello Matera, leader della corrente maggioritaria Unicost, di rinviare il voto di un mese per tutt'altre ragioni rispetto al maltempo. In quel caso, la motivazione era la nuova «emergenza» suscitata dal voto della Camera sulla responsabilità civile diretta delle toghe; richiesta spiegata con la necessità di garantire «autorevolezza» alla delegazione incaricata degli incontri istituzionali.
E infatti, al di là dell'unità di facciata mostrata dalla delegazione dell'Anm che è stata ricevuta mercoledì dal Governo, Cosimo Ferri, leader di Magistratura indipendente, la corrente di 'opposizione' che pure ha dato il via libera al rinvio di una settimana causa neve, al telefono si scatena. «Sembra - accusa - che questa Giunta non ci voglia portare a votare, sono scaduti a novembre 2011, sono già in prorogatio. Se proprio si voleva garantire la partecipazione al voto allora si poteva organizzare il voto telematico e aprire anche le urne in tutte le sottosezioni. Noi comunque - avverte - non daremo il nostro consenso ad altri rinvii. Se c'è qualcuno che va in ferie massimo rispetto ma si deve trovare una soluzione mirata per loro e non condizionare il rinnovo degli organismi».

Casini: Basta guerra infinita tra guelfi e ghibellini - «Ho una piccola speranza, che è quella di accelerare i tempi della giustizia, senza continuare questa guerra infinita tra 'guelfi' e 'ghibellini', tra uomini politici, e potere legislativo e giudiziario». E' quanto auspica Pierferdinando Casini, rispondendo alle domande dei cronisti a margine di un incontro dell'Udc a Cefalù, in provincia di Palermo.
«Il governo ha già fatto tanto - ha detto Casini -, ma adesso occorre 'sburocratizzare' l'Italia. Una riforma condivisa è possibile e deve servire anche a chi viene a investire in Italia, perché i tempi della giustizia non siano eterni».