23 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Nessuno si nasconde più

Lega nel caos, Reguzzoni traballa: maroniani stroncano la sua mozione

Il «giallo» sulla mozione del Carroccio anti Passera rischia di diventare un vero e proprio caso. Pini ha disconosciuto con una lettera la propria firma. Domenica contestazioni al «Cerchio Magico»

ROMA - La novità, nella Lega, è che nessuno si nasconde più. Non si contano le dichiarazioni dei maroniani che 'consigliano' un passo indietro al capogruppo Marco Reguzzoni, sul banco degli imputati dopo la convention con Bossi e Maroni ieri sera a Varese. L'ex titolare dell'Interno parla dell'evento come di una «gradita sorpresa» e spende parole d'affetto verso il Capo. Ma la tensione, nel Carroccio, è ancora destinata a salire in vista della manifestazione di domenica a Milano. Senza contare che la resa dei conti sul capogruppo è sempre all'ordine del giorno e il «giallo» sulla mozione del Carroccio anti Passera rischia di diventare un vero e proprio caso.
Il leghista Gianluca Pini - secondo quanto si apprende in ambienti del Carroccio - ha disconosciuto con una lettera la propria firma sulla mozione di sfiducia al ministro Corrado Passera. Dalla Presidenza della Camera si rileva come a questo punto la mozione manchi dunque del requisito che le permette di essere presentata. Una sorta di nuovo atto di «sfiducia» al capogruppo Reguzzoni e un caso destinato ad alimentare ulteriori polemiche.

Ieri sera, intanto, il senatùr ha raccolto l'abbraccio caloroso dei maroniani. Tanto caloroso quanto imbarazzante per il leader della Lega, stretto fra le ambizioni dell'ex ministro dell'Interno e quelle del 'cerchio magico'. Il via libera ai congressi dovrebbe arrivare dalla riunione dello stato maggiore leghista convocato per domenica sera, subito dopo l'evento di piazza. Ma è proprio quell'appuntamento a spaventare.
Il tam tam dei maroniani, da giorni, è il seguente: «Reguzzoni? Rosy Mauro? Bricolo? Il consiglio è che domenica a Milano non parlino dal palco, l'accoglienza potrebbe essere poco calorosa...». Ma non è solo questo possibile incidente diplomatico a preoccupare. Cosa farà Roberto Maroni? L'ex ministro, raccontano, non sgomita per intervenire. Sa che con ogni probabilità sarà acclamato, nonostante lui ricordi sempre con maggior insistenza: sono un deputato semplice. Eppure l'acclamazione potrebbe assomigliare a un'incoronazione popolare del futuro leader.

E poi c'è il caso Reguzzoni. I maroniani ancora attendono l'unico gesto che consentirebbe di sanare il conflitto, le sue dimissioni dalla guida del gruppo. Ieri il presidente dei deputati leghisti ha ricordato che lui le dimissioni le ha già consegnate nelle mani di Bossi e che dovrà essere lui a decide il destino della guida dei deputati. Se un passo indietro non dovesse arrivare, spiegano i maroniani, è possibile che qualcuno fin da martedì chiede di riunire il gruppo della Camera. Si tratterebbe dello show down. Se invece la soluzione si raggiungesse in modo «pacifico», potrebbe spuntarla una figura di maroniano atipico come Dozzo.