19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Le polemiche nella Lega Nord

Maroni: Bossi è un fratello maggiore, il diktat non è venuto da lui

L'ex Ministro a Varese si rivolge al «capo»: Queste cose non sono più sopportabili. Non sono Bruto, non accoltellerò mai Bossi. Reguzzoni: Congresso federale? Mi sembra una buona idea. Calderoli: Siamo tornati sopra l'undici per cento dei consensi

VARESE - «La presenza di Umberto Bossi, qua, un po' a sorpresa, che io voglio ringraziare con grande affetto, la leggo così: Umberto è più che un fratello maggiore. E' la dimostrazione che questa cosa brutta nei miei confronti non è venuta da lui». Lo ha detto l'ex ministro Roberto Maroni, riferendosi al diktat nei suoi confronti subito venerdì scorso. La «cosa brutta» è venuta «da qualcun altro. E io lo voglio dire con affetto, ma anche con fermezza, che io sono un po' stufo di subire processi sommari quotidiani. E un giorno sono un traditore, voglio fondare un altro partito, un altro sono invidioso. O che cerco visibilità. Io ho bisogno di visibilità secondo loro. O che sono invidioso di uno della Lega che abita a Busto Arsizio».
«Considero chiusa questa vicenda - ha aggiunto Maroni - perché non è venuta da  Umberto Bossi. Ma - ha aggiunto rivolto al leader leghista - Bossi, queste cose dividono, rompono l'unità che la Lega deve avere.  E' la nostra forza l'unità del movimento. Non dobbiamo consentire che qualcuno vuole dividerci. Non esistono i Maroniani e i bossiani, esistono i leghisti che sono qua stasera».
«Questa non è una serata - ha concluso - per me per dimostrare l'affetto dei militanti. E' anche questo. Ma questa è una serata che dimostra l'amore dei militanti per la Lega e per Umberto Bossi. E allora ti dico con grande affetto che queste cose non sono più sopportabili. Non è più accettabile che una persona, ma chiunque si impegna, venga sottoposto a questo».

Non sono Bruto, non accoltellerò mai Bossi - «Io non sono Bruto, non accoltellerò mai Bossi». E' quanto ha affermato Roberto Maroni in un colloquio con Panorama. «A lui - ha aggiunto - sono legato da una profonda amicizia. Ma ormai molti vedono in me un simbolo per riportare la Lega al suo progetto originario. Credo sia davvero arrivata l'ora di aprire una stagione di congressi per rinnovare la classe dirigente. Ci vogliono tutti quarantenni, capaci di far superare le difficoltà».
«Non mi interessa - ha aggiunto - avere posizioni di potere, ne ho avute anche troppe. Voglio invece dedicarmi alla Lega, in difficoltà per diverse ragioni: voglio rafforzare l'identità del partito in cui sono nato e in cui, sia chiaro, voglio morire. Ma la Lega deve cominciare a ragionare con la testa».
E il caso Cosentino? «La questione - ha assicurato l'ex ministro dell'Interno - per me è chiusa. Ho votato secondo coscienza. Non si è trattato di un voto contro il Pdl o Silvio Berlusconi, che stimo, ma di una decisione presa dalla segreteria federale che poi è stata modificata da Umberto Bossi. Io ho preferito mantenere la mia coerenza verso i principi di legalità».

Reguzzoni: Congresso federale? Mi sembra una buona idea - «Il congresso federale? Mi sembra una buona idea. Può essere il momento per contarsi e vedere chi è davvero a favore di Bossi e chi no. È ora di uscire dalle ambiguità che fanno solo danni alla Lega, tutte queste polemiche ci indeboliscono. Se in Padania si litiga, a Roma si ride». Lo dichiara in una nota il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni, che aggiunge: «Spero che Bossi convochi il congresso federale il prima possibile proprio per fare chiarezza».

Fava: Reguzzoni si dimetta, ne beneficia Bossi - «Mi sono limitato a una costatazione: da quando c'è questo capogruppo la litigiosità all'interno del gruppo si è trasferita sul territorio in modo evidente. Ho chiesto a Reguzzoni di fare un passo indietro perché a cascata di questo beneficerebbe tutto il gruppo e Bossi in primis». Lo ha detto stamattina a Omnibus Giovanni Fava, deputato della Lega Nord.
«Come gesto di distensione poteva essere un gesto molto apprezzato», ha continuato. «Eravamo fermi al fatto che a dicembre il capogruppo doveva essere cambiato». Poi ha concluso: «C'è un gruppo di persone che hanno fortemente condizionato l'immagine del gruppo all'esterno».

Calderoli: Siamo tornati sopra l'undici per cento dei consensi - «Siamo tornati sopra l'undici per cento di gradimento per l'azione che stiamo facendo in Parlamento. Chi vuol vincere le elezioni si deve mettere d'accordo con la Lega». Lo ha detto l'ex ministro Roberto Calderoli parlando al Teatro Apollonio di Varese, sul palco assieme a Bossi e Calderoli.
«Il Professor Monti è più razzista di me. Si è messo nel mirino la Padania e ha deciso di farci fuori. Aumenta Irpef, Iva, Ici. Guarda casa tutto quello che si paga qua. Perché in altri punti d'Italia le tasse non si pagano».