18 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Torna l'allarme sicurezza e le polemiche

Sparatoria Ostia, freddati dai killer due pregiudicati

Le due vittime, con precedenti per armi e droga, in passato erano considerati legati alla Banda della Magliana. Torna così l'allarme sicurezza e contemporaneamente la polemica. Quello di oggi è solo l'ultimo di una serie di agguati che hanno fatto scattare l'allarme

ROMA - Francesco Antonini, 51 anni, detto Sorcanera, e Giovanni Galleoni, 45 anni, soprannominato Baficchio, sono stati uccisi in un agguato in piena regola. Secondo una prima parziale ricostruzione i due, con numerosi precedenti, erano all'esterno di un locale in ristrutturazione, un bar, in via Antonio Forni, a Ostia, quando, intorno alle 17, da un'auto sono scesi i killer. Due o più persone armate che hanno fatto fuoco: Galleoni è rimasto a terra all'esterno del locale. Antonini ha cercato scampo all'interno, è stato raggiunto dal killer che lo ha freddato. Antonini era già morto quando sono intervenuti i soccorsi e gli agenti, Galleoni è morto durante il trasporto all'ospedale Grassi.
A terra gli investigatori della squadra mobile, che indaga insieme agli agenti del commissariato di Ostia, hanno ritrovato bossoli di una calibro nove. Ma non è ancora certo che a sparare sia stata una sola arma e un solo killer.
Poco dopo il duplice omicidio è stata fermata un'auto con segni di proiettile sulla carrozzeria. Era l'auto di una delle vittime Francesco Antonini, a bordo due persone che hanno detto di essere operai che lavoravano nel locale. Hanno riferito di aver usato usato quell'auto proprio per fuggire agli spari. Gli investigatori li stanno ancora ascoltando.

Le due vittime, con precedenti per armi e droga, in passato erano considerati legati alla Banda della Magliana, al boss testaccino Paolo Frau, freddato nell'ottobre 2002. I due sono stati anche indagati e arrestati dalla squadra mobile nel 2005 nell'ambito dell'operazione «Anco Marzio», che fece emergere i vertici della criminalità organizzata sul litorale laziale. Vecchi precedenti e al momento non risultavano sottoposti ad alcuna misura.

Torna così l'allarme sicurezza e contemporaneamente la polemica: il pd capitolino parla «ormai» di «Far West», mentre i Verdi bollano Roma come «la Chicago degli anni Venti». Il delegato del sindaco Alemanno per le politiche della sicurezza, Giorgio Ciardi, prova a ricordare che poche ore prima una «brillante operazione dei Carabinieri ha portato all'arresto di 24 persone legate alla camorra tra la Campania e il litorale romano». Ma lo stesso sindaco Gianni Alemanno sembra rompere le righe: «La Capitale deve essere difesa da un assalto di criminalità organizzata senza precedenti dagli anni '70», e invoca dello Stato: «Finora risposta inadeguata. Ora basta, è necessario che il nuovo ministro degli Interni e il capo della polizia prendano misure drastiche senza più nessun rinvio».
Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, ha subito convocato il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, che si terrà domani, proprio ad Ostia, nella sede del commissariato. Mentre il Questore di Roma Francesco Tagliente ha disposto la creazione di una task force speciale, una squadra investigativa coordinata dalla squadra mobile, composta dalla polizia giudiziaria presso i Commissariati territoriali, «dedicata in via esclusiva all'attività di indagine per i fenomeni di criminalità sul litorale di Ostia.»

Quello di oggi è solo l'ultimo di una serie di agguati che hanno fatto scattare l'allarme. Il 10 novembre in piazza Nicosia, in pieno centro a Roma, dove è stato ferito a colpi di pistola Paolo Maroccia, 48 anni, titolare di un bar-tabacchi all'angolo con via di Ripetta. L'uomo, pluripregiudicato, è stato colpito al torace e a una gamba, da due uomini arrivati a bordo di uno scooter con i volti coperti dai caschi. Il primo novembre all'alba, a Tor Bella Monaca, un 31enne, ex pugile, con qualche piccolo precedente anche per droga, è colpito da alcuni colpi di arma da fuoco mentre era in auto con la sua ragazza.

Risalendo indietro, la scia di sangue inizia l'8 aprile: un uomo di 45 anni, Roberto Ceccarelli, imprenditore con denunce per reati finanziari, viene freddato con due colpi di pistola alla testa mentre era in strada, davanti al Teatro delle Vittorie, all'ora di cena. Il 5 luglio Flavio Simmi viene freddato in pieno giorno nel quartiere Prati con nove colpi calibro 9 mentre era nella sua auto, davanti agli occhi della compagna. Il 10 luglio, domenica sera, mentre per le strade del quartiere Prati, familiari e amici di Simmi sfilano per una fiaccolata, nel quartiere Tiburtino, quindici colpi in strada, tra le urla della gente: il bersaglio Giulio Saltalippi, 33 anni, pregiudicato, colpito all'addome. Il 27 luglio tocca au un 25enne romano, pregiudicato, freddato del popolare quartiere di via Pietro Bembo, zona periferica di Primavalle-Torrevecchia: soccorso, muore all'ospedale. Il 23 agosto, due killer a bordo di una moto, scendono davanti alla pizzeria Jolly di Morena e sparano: la vittima è un 18enne, Edoardo Sforna, incensurato. Quattro i colpi, uno mortale lo centra all'addome. Le indagini si concentrano su un giro di droga.
Il 19 settembre un 33enne con piccoli precedenti viene gambizzato, dopo un alterco, di fronte ad un bar al Trullo, in via delle Capre, mentre cerca di salire in auto. A sparare, per uno sgarro legato alla droga, il boss del quartiere, arrestato dieci giorni dopo dalla polizia in Calabria.
Gambizzazioni, agguati, attentati incendiari o intimidazioni, non la criminalità organizzata, ma pezzi di una guerra tra bande che cercano di controllare il proprio territorio. A colpi di pistola, evocando lo spettro della Banda della Magliana.