25 aprile 2024
Aggiornato 19:30
La crisi del debito

Berlusconi anticipa la manovra: Pareggio di bilancio nel 2013

Telefonate con le Cancellerie, poi l'annuncio. PD: «Ma la manovra va corretta». Tremonti: «Anticipo della delega fiscale e assistenziale»

ROMA - Giovedì le pressioni della Bce, ieri un vorticoso giro di telefonate con le cancellerie mondiali. Poi la presa d'atto che «la virulenza della crisi ha subito una improvvisa accelerazione» e che «il mondo è cambiato in un mese». E dunque Silvio Berlusconi alla fine si convince e quello che fino a ieri veniva seccamente escluso, viene annunciato oggi: il piano di rientro dell'Italia viene accelerato, e si anticipa al 2013 l'ambizioso obiettivo del pareggio di bilancio.

Qualche segnale era arrivato già nel pomeriggio, con l'annuncio che le Camere lavoreranno ad agosto per cominciare subito ad esaminare il ddl costituzionale che inserirà nella Carta il vincolo al pareggio di bilancio. Poi in serata la conferenza stampa per annunciare lo sprint: «Prevediamo una opportuna accelerazione delle misure che abbiamo introdotto con il decreto manovra per raggiungere il pareggio di bilancio anticipatamente nel 2013 anziché nel 2014». Le misure che avrebbero portato al pareggio di bilancio tra tre anni verranno dunque anticipate, anche se alle viste non sembra esserci la convocazione di un Cdm: resta l'allerta ai ministri per una convocazione l'11 di agosto, ma è più probabile che il Consiglio dei Ministri torni a riunirsi il 25 agosto.

Il telefono del premier è rovente per tutta la giornata: Van Rompuy, Merkel, Sarkozy, Zapatero, e stasera toccherà ad Obama. Il motivo è evidente, e viene ammesso dallo stesso Berlusconi in conferenza stampa: «C'è un'attenzione particolarissima della speculazione internazionale verso di noi, cui vogliamo cercare di mettere un argine assumendo delle misure che abbiamo concordato con gli altri leader europei e con le istituzioni finanziarie internazionali». Attenzione che deriva dalla «pesante eredità del passato» che ha causato «un elevato debito pubblico». Insomma, la paura che l'Italia sia l'anello debole che faccia saltare l'euro sotto gli attacchi della speculazione.

Il Premier non rinuncia comunque a ribadire la sua interpretazione della crisi: «globale», che «non rispecchia nè la realtà nè i fondamentali economici», e che non è imputabile ad un «singolo governo». Tuttavia, anche se la risposta è «coordinata con gli altri Paesi», è l'Italia che deve anticipare le sue misure, attraverso - spiega Tremonti - l'anticipo della delega fiscale e assistenziale. L'unica decisione che sembrava coinvolgere altri Stati, la convocazione pressochè immediata di un G7 Finanze data per decisa da Berlusconi, viene precisata successivamente dal portavoce Bonaiuti: «La riflessione è ancora in corso».

Anticipare la manovra è però una soluzione che non convince le opposizioni e non convince neanche alcuni esponenti della maggioranza: «Avrà effetti recessivi», borbotta al telefono più di un ministro. Che sia questo anche il pensiero di Berlusconi, non v'è conferma. La preoccupazione del premier è piuttosto quella di smentire il 'gelo' con il suo ministro dell'Economia: «Tutte invenzioni», sulle quali ironizza così: «Domani all'alba ci sfideremo a duello». Alle opposizioni Berlusconi garantisce la disponibilità a «migliorare» la manovra, ma al tempo stesso dice che «l'impianto» è valido e che va solo accelerato. Secco il giudizio del Pd: «Si anticipano misure inique. E' da irresponsabili farlo senza correzioni».