25 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Cronaca | Roma

Giovane aggredito a Monti: in carcere altre due persone

Contestata l'accusa di tentato omicidio aggravato in concorso

ROMA - Altre due persone del Rione Monti sono finite in carcere per l'aggressione del musicista Alberto Bonanni, avvenuta il 25 giugno scorso e che ha portato il giovane in coma. Il pittore Massimiliano Di Perna, 45 anni, che aveva iniziato la lite con dei ragazzi è stato oggetto di una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Un altra persona, Gianluca Biscossi di 38 anni, è stato fermato nei giorni scorsi e poi anche per lui è stata disposta misura più restrittiva su disposizione del giudice.

In carcere, per lo stesso fatto, ci sono già Carmine D'Alise, Brian Gaetano Bottigliero e Christian Perozzi. «I tre materialmente hanno effettuato il pestaggio - è stato spiegato - ma anche gli altri hanno concorso alla vicenda». Gli inquirenti hanno sottolineato che «non c'è alcuna implicazione politica in quanto avvenuto». Biscossi è stato denunciato anche per l'omessa custodia di una pistola da tiro sportivo e per l'alto numero di proiettili che aveva a disposizione.

Un altro giovane, poco più che diciottenne, è indagato a piede libero. «Anche lui ha partecipato in qualche modo, ma su quanto ha fatot sono in corso dei riscontri», sottolineano gli investigatori della Digos. Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, che ha coordinato le indagini del pm Silvia Sereni, e degli uomini diretti da Lamberto Giannini, ha spiegato: «Quanto accaduto è un episodio significativo di controllo del territorio e di quello che può accadere quando alcune persone si sentono investite di un ruolo».

Il procuratore ha lodato il lavoro svolto da Giannini e dagli investigatori. «Gli accertamenti sono stati condotti in modo esemplare». Secondo quanto riscontrato da diverse testimonianze Bonanni è stato prima colpito alle spalle con dei pugni e poi stordito con un colpo di casco. Quando era a terra, in ginocchio è stato sferrato contro di lui un calcio in pieno volto. «Di Perna, così come gli altri - è stato sottolineato - era presente nel corso del pestaggio. Ognuno è accusato di aver partecipato al fatto. Viene contestata l'accusa di concorso».

In base a quanto riferito dallo stesso pittore ai vigili urbani che hanno svolto i primi interrogatori lui avrebbe iniziato a discutere perché alcuni giovani, che sostavano sotto casa sua all'uscita da un locale, gli avrebbero fatto delle pernacchie. Da quel momento sarebbe scattato tutto il resto. «E' una situazione assurda - hanno ribadito gli investigatori Digos - la Brigata Monti, o un'altra sigla sono una cosa che non ha senso. Questi hanno colpito perché si sentivano padroni del Rione».