Castelli: «Romani arretrati». E' bufera
Poi il Sottosegretario precisa: «Parlavo dei vertici istituzionali, non dei cittadini»
ROMA - «A mio avviso i romani non vogliono pagare perché sono arretrati culturalmente: pensano che lo Stato debba pensare a tutto ». Sintetica opinione quella del viceministro delle Infrastrutture Roberto Castelli intervistato dalla Zanzara su Radio24, in merito al caos che si è scatenato sui pedaggi per il Grande Raccordo Anulare romano. Più tardi il ministro ha precisato il senso delle sue dichiarazioni: «Non ho mai offeso i cittadini romani, dei quali ho il massimo rispetto. Chi ha reagito non si deve fidare della sintesi di agenzia. Parlavo chiaramente della politica romana relativa alle infrastrutture e non certo della cittadinanza». E ha aggiunto «Confermo che la cultura più avanzata in questo settore parla di project financing, di PPP e di strumenti finanziari innovativi. Se i politici romani non li accettano - ha aggiunto- non è colpa mia».
Il governo ha fatto dietrofront annunciando che andrà avanti sul progetto per il Gra e le altre grandi tratte gestite dall'Anas, ha detto proprio Castelli intervenendo in commissione ambiente alla Camera. E' l'ennesima inversione di rotta dopo che ieri il governo aveva accolto tra gli altri anche l'emendamento Meta al dl sviluppo che aboliva la norma sul nascere.
«Mi pare ovvio che nell'esecutivo di destra targato Bossi-Berlusconi regni il caos assoluto», ha commentato il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti annunciando che se l'esecutivo tirerà dritto sui pedaggi la provincia ricorrerà «per l'ennesima volta al Tar». «Castelli torna a ribadire la volontà di tassare i pendolari che utilizzano le arterie Anas come il Gra di Roma, la Salerno-Reggio e la Siena-Firenze. Si tratta di un atteggiamento offensivo nei confronti del Parlamento», ha affermato il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, chiedendo le dimissioni del viceministro leghista. «Credo che la decisione assunta dalla Camera dei deputati sia ormai irreversibile e non può essere oggetto di ulteriori ripensamenti» commenta il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Dunque «tutte le minacce di Castelli non ci fanno paura e vengono rimandate al mittente».
Lo scontro si è acuito in serata dopo la battuta sui romani culturalmente arretrati con dichiarazioni di fuoco di tutti i vertici istituzionali laziali. Ancora Zingaretti, secondo cui «La stravaganza è che un tipo del genere che in qualsiasi paese del mondo potrebbe fare a malapena l'attacchino, qui, grazie alla destra, fa parte del Governo». Ma contro il leghista non sono meno veementi gli esponenti del centrodestra. La Governatrice del Lazio Renata Polverini chiede pubbliche scuse: «La Lega non si smentisce mai. I cittadini di Roma e del Lazio i pedaggi non li vogliono e non li devono pagare semplicemente perché sono ingiusti e servono, come è noto, solo a ripianare i debiti». E per Alemanno «Siamo veramente stanchi di queste offese gratuite che ogni giorno vengono sparate a caso, che siano i ministeri o i pedaggi. Chi dice sciocchezze di questo genere dimostra lui di non avere nessuna cultura e nessuna capacità di governo e dunque dovrebbe fare il piacere di stare zitto».
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