Pro e contro Wojtyla «beato», dibattito aperto alla vigilia
L'ombra della pedofilia. Critiche da progressisti e tradizionalisti
CITTÀ DEL VATICANO - Suscita grandi plausi e grandi contrarietà la ormai prossima beatificazione di Giovanni Paolo II. In quasi trent'anni di Pontificato Wojtyla ha segnato profondamente la storia della Chiesa e del mondo con scelte epocali che gli hanno procurato acerrimi detrattori e fan scatenati. E, all'avvicinarsi del primo maggio, sui giornali, in tv e nelle librerie fioccano pubblicazioni, prese di posizione e testimonianze di segno opposto ma che hanno in comune il fatto che questo grande Pontefice non ha lasciato nessuno indifferente.
Paradossalmente, Wojtyla unisce trasversalmente tanto i suoi critici quanto i suoi estimatori. Sono ostili alla beatificazione tanto i lefebvriani quanto un'icona del cattolicesimo del dissenso quale dom Giovanni Franzoni, ex abate di San Paolo sospeso «a divinis» dopo aver sostenuto il referendum sul divorzio e ridotto allo stato laicale in seguito al suo appoggio al Pci nelle elezioni del 1976. Il gruppo tradizionalista fondato dall'arcivescovo scismatico Marcel Lefebvre è tornato di recente a criticare Giovanni Paolo II per i buoni rapporti con il mondo ebraico, per la controversa vicenda del bacio del Corano, per la sua preghiera in una chiesa protestante, per la controversa vicenda del bacio del Corano, per la revisione del Concordato con l'Italia per cui il cattolicesimo non è più religione di Stato, e per l'incontro interreligioso di Assisi che si ripeterà il prossimo settembre.
Quest'ultimo evento, insieme alla prossima beatificazione, sono «catastrofi ben più disastrose di tutte le catastrofi naturali», ha scritto nella sua lettera agli amici e benefattori della Fraternità San Pio X, il superiore generale monsignor Bernard Fellay, tuttora sospeso «a divinis» sebbene la scomunica gli è stata revocata da Ratzinger all'inizio del 2009. Su posizioni diametralmente opposte don Franzoni che, nella sua testimonianza al processo di beatificazione recentemente ripubblicata da MicroMega in un numero su Wojtyla intitolato senza giri di parole «Il grande oscurantista», passa in rassegna tutti i motivi di scontento dei cattolici del dissenso nei confronti del Papa polacco: la beatificazione del Papa anti-liberale Pio IX, il contrasto alla teologia della liberazione, il mancato appoggio al vescovo salvadoregno Oscar Romero, poi ucciso dai militari del regime, il «no» netto all'abolizione del celibato e al sacerdozio femminile. «L'ansia con cui molti ambienti lavorano alla beatificazione ha poco di evangelico», disse Franzoni. «Chiedo che Wojtyla sia lasciato al giudizio della storia».
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