28 agosto 2025
Aggiornato 02:00
Il Governatore leghista mette in guardia dall’ondata di clandestini

Zaia: Chi ha scarpe griffate e telefonino non è un profugo

«Il Veneto farà la sua parta nel piano per l'immigrazione del governo, ma solo come asilo politico»

VENEZIA - «Quelli dei barconi che arrivano dalla Tunisia significa che sono clandestini. Che vanno portati nei Cie e poi espulsi. Quelli che arrivano con le scarpe da ginnastica firmate, il giubbottino all'occidentale e il telefonino in mano di sicuro non è gente che può chiedere asilo politico». Ha detto Luca Zaia.

ZAIA: INCOMPATIBILI STATUS SYMBOL E RICHIESTA DI ASILO POLITICO - Il Governatore leghista del Veneto Luca Zaia apre 'la caccia ai falsi profughi' sbarcati o in arrivo a Lampedusa dal Nord Africa, partendo dagli status symbol che contraddistinguono chi sbarca in territorio italiano.
«Lampedusa - ha denunciato fra l'altro Zaia in distinte interviste al Quotidiano Nazionale e al Giornale non è invasa da rifugiati politici o disperati, ma da tunisini che fuggono da un territorio nel quale è ripresa la vita normale e sono state riaperte le aziende: lo so perché laggiù lavorano tante imprese venete. Laggiù la vita è tornata alla normalità. C'è un'evidente ripresa delle attività imprenditoriali.

SBARCANO SOLO RAGAZZI DI 25-35 ANNI SENZA FAMIGLIA MA BEN MESSI - «Gli italiani - ha attaccato ancora il Governatore leghista- sono indignati da questo spettacolo. Barconi di vera emergenza umanitaria, in passato, ne abbiamo visti tutti: erano carichi di gente di ogni tipo, donne, vecchi, bambini.Oggi sbarcano soltanto ragazzi di 25-35 anni senza famiglia che appaiono in carne, ben messi e non così sprovveduti. Qualche barcone così posso anche capirlo; questi invece sono tutti maschi che sborsano duemila euro agli scafisti per fare la traversata».

IL VENETO FARA’ LA SUA PARTE MA SOLO CON I VERI PROFUGHI, CHE ORA NON CI SONO - In ogni caso, e con molta prudenza, Zaia conferma l'assenso della sua Regione al piano del Governo di ripartizione dei rifugiati sul territorio italiano. «Faremo la nostra parte.
Noi appoggiamo il piano abbozzato dal ministro con tutte le regioni. Si tratterà, però - ha avvertito Zaia - di dare asilo politico. La cifra di 50mila profughi è virtuale, e al momento è pari a zero. E poi occorreranno opportuni correttivi. Il Veneto ha già un'importante pressione demografica straniera, siamo la terza regione in Italia con circa 700mila immigrati di cui almeno 30-40mila disoccupati a causa della crisi. Abbiamo avuto l'alluvione, che ha coinvolto 370 comuni veneti su 580».