2 maggio 2024
Aggiornato 00:00
Roma

Cc accusati di violenza sessuale, Mezzavilla: Assoluta riprovazione

Il Comandante provinciale dei Carabinieri assicura: «Le indagini saranno rigorose»

ROMA - La vicenda dei tre carabinieri denunciati per violenza sessuale da una donna che sostiene di essere stata violentata mentre si trovava in stato di arresto in una caserma della periferia romana, «è assolutamente esecrabile» e suscita «dolore e assoluta riprovazione»: a dirlo, senza se o ma, è il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, il colonnello Maurizio Mezzavilla. Sarà la magistratura a definire le responsabilità al termine di una delicata indagine, secretata, condotta dalla stessa arma dei carabinieri, e che sarà «rigorosa», assicura il colonnello, perché «i fatti denunciati sono gravissimi».

«I fatti denunciati sono dolorosi: è dolorosissimo parlarne e sono gravissimi nella sostanza. E sono oggetto di rigorose ed accurate indagini della magistratura e dell'Arma» sottolinea, raggiunto telefonicamente, il colonnello Mezzavilla, che tiene ad aggiungere: «Questa vicenda nulla toglie all'efficienza e dedizione delle migliaia di carabinieri che operano a Roma, testimoniata dalle numerose operazioni di servizio portate a termine con successo».

«Si attendono - prosegue il comandante provinciale - gli esiti dell'inchiesta secretata, per definire nel merito le responsabilità dei singoli, nel frattempo i militari sono stati destinati ad altri presidi, lontano dalla capitale e non più nella territoriale. Sono stati assegnati ai reparti mobili a Milano, Torino, Cagliari». Il colonnello non cerca attenuanti, al di là di quelli che saranno i risultati delle indagini, dei dettagli da chiarire, delle responsabilità penali e al di là soprattutto di quel consenso presunto o meno della donna ai rapporti sessuali e ribadisce «assoluta esecrazione per la vicenda in sè. Fermo restando che devono essere chiariti i dettagli, ma questa storia stride con 200 anni di storia dell'arma, dove migliaia e migliaia di carabinieri e soprattutto a Roma hanno fatto gesti di solidarietà costante verso i cittadini, e di tutela dei loro diritti, e soprattutto dei più deboli, come le donne».

Nel merito, sarà l'indagine a chiarire i dettagli di cosa sia successo, ma rebus sic stantibus, rispetto a quella pesante denuncia «la riprovazione è assoluta. A prescindere da tutto. I militari non avrebbero dovuto avere contatti con la detenuta».