20 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Immigrati

Svezia, Belgio e Austria criticano allarmismo Italia

Il Ministro svedese: «Serve più equilibrio», belga: «Cifre da pazzi»

BRUXELLES - Diversi ministri dei Ventisette hanno criticato l'Italia, in modo più o meno esplicito, al loro arrivo al Consiglio Affari interni dell'Ue, oggi a Bruxelles, per l'atteggiamento considerato troppo allarmista sul rischio che un'ondata «epocale» di profughi dalla Libia si riversi sulla Penisola e sugli altri paesi del Nord del Mediterraneo.

Il ministro svedese Tobias Billstrom, osservando che queste ondate di migranti sul Mediterraneo «non si sono ancora viste», ha detto ai cronisti che bisognerebbe avere «un atteggiamento più equilibrato», e ha ricordato di non aver mai usato espressioni come «epocale» quando, ad esempio «la Svezia ha accolto 32 mila richiedenti asilo, l'anno scorso, su una popolazione di 9 milioni di persone». Facendo le proporzioni, rispetto alla popolazione italiana, sarebbe come se invece di 5.000 tunisini a Lampedusa ne fossero arrivati 200.000, ha spiegato.
Billstrom, pur riconoscendo la gravità della crisi libica, ha osservato ancora che non bisogna concentrarsi su qualcosa che non è ancora successo, ma bisognerebbe parlare «della situazione del Nordafrica più in generale», e per esempio non ignorare «la situazione che esiste in Grecia», dove continua l'emergenza migranti illegali dalla Turchia. «Bisogna essere più sfumati, mantenere la calma e aspettare gli sviluppi della situazione», ha aggiunto il ministro, secondo il quale «questa non è solo una questione di immigrazione, ma bisognerebbe adottare una politica più lungimirante.

Il segretario di Stato belga per l'Immigrazione e l'asilo, Melchior Wathelet, ha affermato da parte sua che «non dobbiamo giocare a farci paura lanciando cifre da pazzi (il sottosegretario ha usato iol termine francese «dingue», ndr)».
Il ministro degli Interni austriaco Maria Fekter, infine, ha assicurato che «se davvero vi sarà una grande ondata di profughi, noi siamo disposti a dare il nostro aiuto: ma non credo - ha puntualizzato - lo si farà con la redistribuzione degli immigrati». Il ministro austriaco considera che «l'Italia può gestire da sola i 5.000 di Lampedusa. Ma è importante distinguere fra gli immigrati che cercano lavoro e quelli che chiedono asilo, che mi risulta - ha sottolineato Fekter - siano solo una cinquantina» fra quelli sbarcati a Lampedusa. Il ministro ha comunque riconosciuto che «una situazione diversa» per i flussi di migranti è quella che potrebbe essere causata dall'aggravarsi della crisi in Libia.