Da 35 anni in causa, due 60enni s'incatenano davanti a tribunale
Centinaia di udienze ed oltre 50mila euro spesi cambiando 15 avvocati. Protesta a Roma: «Senza escort nessuna attenzione»
ROMA - Da oltre 35 anni in causa per un terreno di famiglia, stamattina due fratelli di 60 anni, Carla e Giancarlo, si sono incatenati davanti al tribunale di Roma per protestare contro una giustizia lumaca: «Senza escort nessuna attenzione!? Invece di pensare al processo di uno solo, Silvio Berlusconi, pensate ai 938.432 processi degli altri: cittadini italiani che aspettano giustizia da decenni. Vergogna», recita il cartello che l'uomo, pensionato, cardiopatico e invalido, mostrava in silenzio sui gradini del foro.
L'ODISSEA - L'oggetto del contendere - spiegano Anna Orecchioni e Giacinto Canzona, gli avvocati dei due germani - un terreno a Formello, alle porte di Roma, che era stato assegnato in uso perpetuo nel lontano 1947 alla madre, la signora Teresa Roscetti, classe 1923, con una delibera del Consiglio Comunale alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Da quella data il terreno, agricolo, è sempre stato coltivato con dedizione e pazienza dalla famiglia.
Ma il comune lo ha assegnato ad un terza persona nel 1975 e da allora alla famiglia il terreno è stato interdetto. E da allora sono in causa, per una terra il cui valore è forse ormai più che altro affettivo, ma non per questo meno importante. I fratelli Carla De Falco, 59 anni, casalinga, e Giancarlo De Falco, 64 anni, pensionato, cardiopatico e invalido al 100%, hanno - spiegano gli avvocati - 8 processi ancora in corso e pendenti davanti al Tribunale civile e penale di Tivoli, davanti al Tribunale penale e civile di Roma, davanti alla Corte di Appello di Roma, davanti al Tar Lazio ed infine davanti alla Corte di Cassazione. Centinaia di udienze ed oltre 50mila euro spesi cambiando 15 avvocati. E l'odissea giudiziaria ancora non finisce. Così i due anziani, in silenzio, ma con eloquenti cartelli, hanno deciso di manifestare il proprio «disappunto» contro una giustizia lumaca incatenandosi davanti al Tribunale Civile di Roma per «richiamare l'attenzione di chi dovrebbe occuparsi dei processi, quasi 1 milione pendenti in tutta Italia», aspettandosi però ben poco: «Senza escort nessuna attenzione».