29 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Strage Genova

La figlia Trabona: ho visto mamma con un occhio nero

In casa dell'omicida trovati 21 proiettili e lubrificante per la pistola

GENOVA - «Una volta ho visto mia mamma con un occhio nero e mi sono preoccupata. Le ho chiesto se fosse stato papà a farglielo ma lei mi ha detto di no, che papà era bravo e che era semplicemente caduta dalle scale». E' quanto dichiarato agli inquirenti da Maria Pina Trabona, una delle due figlie di Carlo Trabona, l'ex muratore di 74 anni che ieri nel quartiere genovese di Molassana ha ucciso a colpi di revolver i vicini di casa Loreto e Angelo Cavarretta, la moglie Antonina Scinta e si è poi tolto la vita, sparandosi alle tempie. All'origine della strage, la gelosia ossessiva e insensata di Trabona, che era convinto che la moglie lo tradisse con l'amico e vicino di casa Loreto Cavarretta, originario, come l'assassino, di Vallelunga Pratameno, in provincia Caltanissetta.

Secondo quanto riferito a TmNews dalla dirigente della Squadra mobile della questura di Genova, Alessandra Bucci, la strage di ieri è stata soltanto il culmine di una lunga serie di violenze consumate tra le mura della casa di via Piacenza, dove Trabona viveva insieme alla moglie. Il rapporto con la donna, che non aveva mai avuto il coraggio di denunciare alla polizia o ai centri antiviolenza i maltrattamenti subiti dal marito, era infatti condizionato dalla folle gelosia del 74enne, che nel 1962 era già stato condannato per un omicidio volontario commesso in provincia di Caltanissetta. Durante la perquisizione dell'appartamento di via Piacenza, che è stato posto sotto sequestro dalla polizia, gli inquirenti hanno rinvenuto 21 proiettili e il liquido lubrificante della pistola, risultata rubata nel 1979, che Trabona deteneva illegalmente. Nelle prossime ore gli inquirenti ascolteranno il vero titolare del revolver, che è già stato identificato ma la sua deposizione difficilmente fornirà altri elementi utili per un'indagine che è ormai virtualmente conclusa.