18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Politiche vaticane

Tettamanzi: non associamo immigrazione a delinquenza

L'Arcivescovo di Milano: «E' un'ompresa inutile tentare d'inserire in società le persone di origine nomade»

MILANO - L'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi fa riferimento ai fatti di cronaca di questi giorni nel suo discorso alla città alla vigilia della festa di Sant'Ambrogio e dice no al binomio immigrazione-delinquenza.
Il Cardinale oltre a pregare per le vittime e per i loro familiari prega anche «perché non si sovrapponga genericamente a tutti gli immigrati la categoria della delinquenza. Ogni persona, di origine italiana o straniera, deve essere sempre giudicata singolarmente, per quella che è, non dimenticando mai che il giudizio più vero e definitivo è quello di Dio».

GLI «IRRECUPERABILI» - Altra categoria di persone ritenuta irrecuperabile secondo Tettamanzi è quella di «coloro che sono in carcere e perciò considerati non più parte della società». Purtroppo, continua Tettamanzi l'elenco delle persone intorno alle quali è stato creato un terreno ostile è tristemente lungo. Ad esempio «Impresa inutile pare essere quella di tentare di inserire nella società le persone di origine nomade. Il pregiudizio, che a volte trova purtroppo corrispondenza in comportamenti contro la legalità, sconfigge la possibilità di ricercare per loro soluzioni serie e rispettose sia della loro umanità che del resto della Città. Noto come spesso ci si accanisca contro i nomadi, impedendo l'integrazione di chi vuole intraprendere percorsi di legalità e cittadinanza, con il rischio di esporli ancor più alla delinquenza». In quest'ottica «Aiutare i più deboli permette anche di allontanare da loro quegli «uccelli del cielo» evocati dalla parabola, pronti ad attaccare i semi per ghermirli e fagocitarli in percorsi malavitosi e mafiosi».