28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Giustizia

Anm: serve credibilità, no a Toghe tra lobby e salotti

Dal palco del 30esimo congresso Palamara: «Immagine inaccettabile, no a condizionamenti esterni»

ROMA - Occorre «recuperare completamente la credibilità» della magistratura, credibilità che le «gravissime» recenti vicende «hanno offuscato». Dal palco del 30esimo congresso, il leader dell'Anm Luca Palamara parla di 'questione morale' e fa riferimento alle inchieste in cui sono rimasti coinvolti magistrati, come quella sulla cosiddetta P3.
«Non ci sono più spazi di compromesso - dice - perché il nostro modello di magistrato non entra ed esce dal mondo della politica senza seguire percorsi trasparenti, non frequenta lobby e salotti dove garantisce ciò che non può garantire, non fa pressioni per diventare capo di un ufficio, non si ispira a una logica clientelare».

LEGITTIMAZIONE - Per il leader dell'Anm è «inaccettabile che trapeli l'immagine di una magistratura contigua a gruppi lobbistici e impegnata in impropri interventi volti a influire sull'assegnazione di affari e di incarichi prestigiosi».
«I magistrati - afferma in un passaggio della relazione di apertura dei lavori al teatro Capranica di Roma - si legittimano esclusivamente nello svolgimento dell'attività giurisdizionale esercitata con indipendenza e imparzialità e senza che si insinui il dubbio di illeciti condizionamenti esterni».
«È questa la magistratura, delineata dalla Costituzione, che intendiamo rappresentare e nella quale vogliamo identificarci», sottolinea Palamara, ricordando che sono state «proprio queste vicende» lo scorso luglio a spingere l'Anm «a chiedere ai magistrati coinvolti, indipendentemente dall'accertamento di eventuali responsabilità, di avere la sensibilità istituzionale di fare un passo indietro e liberare l'istituzione da ogni ombra di sospetto».