31 luglio 2025
Aggiornato 06:30
Dossier statistico

Caritas: inconcepibile futuro senza immigrati

Pittau: la parola d'ordine è «inclusione», serve una mentalità rinnovata. Fondi ministeriali usati per azioni contrasto, non per inserimento

ROMA - Non è concepibile il futuro dell'Italia senza l'apporto degli immigrati, e questo in ogni campo e settore, dall'economia all'andamento demografico. Sono le conclusioni di Franco Pipttau, coordinatore del dossier statistico immigrazione Caritas e Migrantes presentato oggi a Roma, secondo il quale a fronte dei quasi 5 milioni di immigrati presenti in Italia «serve una mentalità rinnovata. L'obiettivo dell'integrazione - spiega - è difficile ma irrinunciabile, richiede l'impiego di maggiori risorse e, ancora di più, è necessario un atteggiamento più aperto verso gli immigrati nella consapevolezza che essi sono indispensabili per sostenere l'andamento demografico negativo dell'Italia».

Nell'ultimo decennio, a fronte di un aumento di 2 milioni degli ultrasessantacinquenni in Italia, le persone in età lavorativa sono cresciute di solo 1 milione di unità e i minori fino a 14 anni solo di mezzo milione di unità. A metà secolo, secondo le previsioni di Istat e di Eurostat, con l'ipotesi di «immigrazione zero» l'Italia perderebbe un sesto della sua popolazione. Continuando i ritmi riscontrati in questo decennio, nel 2050 gli immigrati supereranno i 12 milioni e incideranno per il 18%.

In moltissimi comuni i figli degli immigrati incideranno sulla popolazione scolastica per il 30% o più, come già avviene in diversi Stati membri dell'Ue e, a quel punto, «bisognerà aggiornare le strategie per il mondo della scuola». La parola d'ordine, precisa la Caritas, è «inclusione». «Il vantaggio sarà reciproco in Italia e - aggiunge Pittau - gli effetti positivi si riverseranno anche sui paesi di provenienza tramite le rimesse (6 miliardi e 753 milioni di euro nel 2009)».

In Italia, spiega Pittau, attualmente i fondi ministeriali vengono utilizzati in gran parte per le azioni di contrasto: secondo una stima riportata nel dossier Caritas si tratta circa mezzo miliardo di euro a carico del ministero dell'Interno e 2 miliardi di euro a carico del ministero della Giustizia. Servono più risorse - chiede con forza la Caritas - sia per l'inserimento dei quasi 5 milioni di immigrati in posizione regolare, sia per i richiedenti asilo, rendendo più incentivanti le vie legali dell'immigrazione legale e i percorsi di integrazione».