28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Caso Franceschi

La madre: «non è rimasto nulla di mio figlio»

«Mi sembra che Daniele sia sempre vivo». Organi decomposti, molto difficile la seconda autopsia

FIRENZE - Il cadavere di Daniele Franceschi, il viareggino morto in carcere in Francia il 25 agosto scorso, in circostanze da chiarire, è in avanzato stato di decomposizione ed è ormai «privo degli organi», come conferma il medico legale, Alessandro Grazzini, dell'Ospedale 'Versilia' di Viareggio, dopo una prima 'ricognizione esterna'. «E' stato conservato a 26 gradi», precisano i familiari, il cui strazio, dopo aver lottato un mese e mezzo per riportare il feretro in Italia, conosce «quest'altro affronto»: la madre, Cira Antignano, racconta di averlo trovato «nello stesso lenzuolo , senza vestiti, come quando l'ho potuto rivedere la prima volta per l'autopsia in Francia. Lo hanno tenuto a temperatura ambiente -aggiunge- e non hanno fatto nulla per conservarlo. Di lui non è rimasto quasi nulla».

«Resta evidente la frattura al naso», aggiunge l'avvocato che assiste la famiglia Franceschi, Aldo Lasagna, che si interroga sulle possibilità concrete di una seconda autopsia, comunque autorizzata dalla Procura di Lucca.
La salma di Franceschi è giunta solo ieri a Pisa, a bordo di un G-222 dell'aeronautica militare italiana. C'erano anche la madre di Daniele, Cira Antignano e la cugina di lei, Maria Grazia Biagini, rimaste a lungo in Francia per chiedere la restituzione del corpo.

&q«E' stata un'angoscia», ha continuato a ripetere la Biagini, appena scesa dell'aereo, «perché eravamo determinati, volevamo il ragazzo, volevamo che questo ragazzo ritrovasse la pace in Italia, che avesse una sepoltura e tutto quello che non gli hanno dato lì dentro. Quando ci siamo presentate -ha aggiunto- alle autorità francesi, ci hanno negato il permesso di vedere Daniele, perché ci hanno detto che il corpo non era più da vedere». Il sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, anch'egli all'aeroporto, ha ammesso che «deve essere successo qualcosa di poco chiaro. Vogliamo chiarezza, lo vuole tutta la città».Per ottenere indietro il feretro di Daniele, le due donne hanno dovuto superare le resistenze della polizia francese. Ed è nata un'autentica collutazione quando, racconta la Biagini, «abbiamo esposto uno striscione con scritto 'carcere assassino, me lo avete ammazzato due volte». Dal carcere di Grasse, aggiunge la cugina della madre di Daniele, «è uscito prima un secondino, che ci ha intimato di smettere. Mia cugina invece ha continuato, è cascata giù e le hanno tirato un calcio, lesionandole tre costole». La madre era stata quindi trattenuta nel penitenziario e poi rilasciata solo dopo l'intervento del console italiano. «Ho un vuoto dentro, mi sembra sempre che Daniele sia vivo», ha detto ai giornalisti la madre fuori dall'ospedale 'Versilia' di Viareggio.